Il Report EIOPA sull’analisi dei Big Data – 14 –

Febbraio 27, 2020by Alessandra Schofield
Fonte: Wikipedia – Camelia.boban

La maggior parte degli operatori che hanno partecipato all’indagine tematica EIOPA ha dichiarato di non aver rilevato alcun problema relativo all’accuratezza dei dati o comunque di aver improntato una solida gestione dei processi di elaborazione per evitare questo tipo di criticità.

Hanno inoltre ribadito di non utilizzare variabili discriminatorie nell’analisi dei Big Data e che gli strumenti BDA adottati sono disegnati in modo che l’interpretazione dei dati (output) sia imparziale e basata solo su evidenze di tipo statistico.

Alcuni soggetti hanno esplicitamente affermato di non basarsi su variabili che potrebbero suggerire caratteristiche discriminatorie tramite correlazioni spurie, e quindi falsate.

Comunque, in alcuni casi è stata ammessa la difficoltà di acquistare dati da terze parti che abbiano i medesimi standard qualitativi dei dataset utilizzati in ambito aziendale. A questo proposito, alcuni operatori hanno precisato di utilizzare esclusivamente dati interni nei processi BDA; altri fanno uso anche di dati esterni, acquisiti da fonti considerate altamente di fiducia come enti pubblici o fornitori terzi cui facciano riferimento tutti i soggetti operanti in quel dato settore, e quindi affidabili.

Taluni soggetti usano i dati di fonti terze solo per scopi di marketing, laddove l’accuratezza delle informazioni è evidentemente meno rilevante. 

Coloro che acquistano dataset hanno dichiarato di garantirne la precisione e la liceità tramite l’inclusione di clausole specifiche nei contratti, in conformità con i requisiti legali connessi all’outsourcing.

Per quanto riguarda l’accuratezza degli strumenti di analisi dei Big Data, in molti casi i soggetti hanno dichiarato di non utilizzare applicativi black box che potrebbero potenzialmente introdurre caratteristiche discriminatorie individuali. 

Altri utilizzano questi algoritmi a supporto delle regolari elaborazioni analitiche, non nei processi produttivi, e che tutti gli output vengono rivisti da analisti (umani) prima di essere usati.

Infine, alcuni operatori hanno anche spiegato di non gestire direttamente gli strumenti BDA, ma di affidarne l’utilizzo a parti terze che spesso forniscono servizi di questo tipo ai numerosi attori del settore.

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.