Attenzione: forse siete inoperativi da molto più tempo di quanto crediate

RobinHiggins (pixabay.com)

L’esperienza di un Collega, che improvvisamente scopre di essere erroneamente indicato come inoperativo nel RUI da ben tredici anni… pur avendo regolarmente pagato il contributo di vigilanza

Riceviamo e raccontiamo l’esperienza di un Collega, in quanto potrebbe interessare gli Agenti che hanno già cessato l’attività, ma nel tempo potrebbe riguardare tutti.

Avendo cessato nell’ottobre 2019 l’ultimo esclusivo mandato che ne giustificava l’iscrizione nella sezione A del RUI, l’Agente ha successivamente effettuato una ricerca nel Registro per vedere se fosse stato recepito ed aggiornato questo nuovo stato. 

Con sorpresa ha scoperto che correttamente veniva riportata la qualifica di esercizio come inoperativo, ma dal marzo 2007 (sic!).

Giudicando questo un banale errore, telefonicamente informa l’Istituto di quella che sembra essere una svista di facile correzione.

Riceve tuttavia in risposta l’affermazione che quanto riportato è corretto: “Se la società ha l’incarico, l’agente che non ha l’incarico è inoperativo”

Ora, buona parte di chi sta leggendo sicuramente fa parte di una società incaricata dalla Compagnia, ed è delegato e regolarmente iscritto nel RUI come operativo.

Anche perché, se così non fosse, come potrebbe un assicurato o potenziale assicurato capire se l’Agente con cui si sta interfacciando può sottoscrivere e perfezionare un contatto e con quale Compagnia? Non è questo, in fondo, il motivo principe dell’esistenza del Registro Unico degli Intermediari?

Riferisce ancora il collega che di fronte all’espressione di tali motivazioni l’interlocutrice – operatrice del call center IVASS – ha prima insistito e poi si è rifugiata in un “Queste sono le disposizioni che ho”.

Comprendendo che così non caverà il classico ragno dal buco, al Collega non rimane che sporgere un reclamo tramite la propria pec a vigilanzacondottamercato@pec.ivass.it, sempre fiducioso che avendo posto la domanda ad un livello superiore rispetto al front office si chiarisca facilmente la faccenda. Inviata la email, rimane quindi in attesa di una risposta, prevedibilmente tramite lo stesso mezzo.

Fiducia mal riposta: l’Agente riceve dall’IVASS una telefonata che conferma esattamente quanto era già stato risposto nella precedente telefonata.

Allo stato delle cose, dunque, un agente che in una certa data cessa effettivamente l’attività viene registrato dall’IVASS come inoperativo ad una data totalmente incomprensibile, forse in qualche modo collegata alla data di creazione del RUI (?).

L’Agente evidenzia all’interlocutore in IVASS che se è pienamente corretto indicare sul RUI lo stato di inoperatività, è invece assolutamente scorretto e lesivo indicare una errata datazione di tale inoperatività.

Quali, e quante conseguenze può avere una cosa del genere? Chiede il collega al gentilissimo consulente di front office.

Un curriculum che riporti la storia professionale, se confrontato con le informazioni fornite dal RUI, verrebbe facilmente considerato una ciarlataneria e cestinato. 

Un cliente che nel passato è stato seguito da questo collega, potrebbe considerare come svolta abusivamente la consulenza ricevuta. 

A questo punto sembra che l’interlocutore in Ivass accetti di condividere che tale modalità “Possa essere mal interpretata”.

Viene però da  domandarsi cosa ci sia da interpretare in una data.

Il collega chiede al cortese interlocutore di constatare che i versamenti del contributo di vigilanza sono in regola anche per tutti gli anni successivi al 2007; ricevendone conferma, domanda perché abbia dovuto versare un contributo per essere vigilato, se inoperativo.

Il collega si chiede e chiede, pur senza polemica, come sia possibile trovarsi come cittadino e come operatore economico sempre controllato e vigilato, quando poi il potere si dimostra così benevolo con se stesso.

Chi svolge questo lavoro conosce bene i provvedimenti che l’Istituto prende nei confronti dei colleghi (su queste pagine ne diamo regolarmente conto), sa che non sono certo leggeri e sicuramente non vengono presi con leggerezza. Ma perché allora si deve accettare questa approssimazione da parte dell’Istituto?

Il Collega resta in attesa.  

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.