Il Report EIOPA sull’analisi dei Big Data – 16 –

Fonte: Wikipedia – Camelia.boban

Gli operatori assicurativi devono informare i consumatori sulla tipologia, le fonti e gli scopi di utilizzo dei dati personali nei processi di analisi dei Big Data, in conformità con quanto stabilito negli articoli 13 e 14 del GDPR.

Nel settore ciò veniva comunemente fatto anche prima degli obblighi connessi al Regolamento sui Dati, tramite l’accettazione da parte del consumatore dei termini e delle condizioni della polizza assicurativa e/o tramite informazioni personalizzate sulla privacy, spesso rese disponibili anche sui siti delle Compagnie.

Le Imprese dichiarano che possono essere necessarie molte pagine per adempiere a tutti i requisiti stabiliti dal GDPR e che nello spiegare ai clienti come i loro dati vengano trattati e per quali scopi li informano contemporaneamente anche sui diritti che il Regolamento statuisce a loro tutela: l’accesso, la rettifica, la portabilità, la limitazione d’uso o la cancellazione delle informazioni personali rilasciate.

I consumatori sono inoltre informati sull’esistenza di processi decisionali automatizzati e del loro diritto di opporvisi. 

Secondo il GDPR, i consumatori devono infatti essere informati in modo tempestivo, appropriato e trasparente, dal primo contatto con la Compagnia in poi, sulla raccolta e l’utilizzo dei loro dati e sui loro diritti in proposito, che essi possono legittimamente invocare in ogni momento.

A tal proposito, gli operatori del settore hanno spiegato di essere compliant con il GDPR quando spiegano ai consumatori i risultati dei processi complessi di BDA. Alcuni soggetti si sono detti consapevoli che se gli strumenti di analisi dei Big Data come gli algoritmi di machine-learning fossero utilizzati per tariffazione e assunzione, sarebbe molto difficile spiegarne le risultanze ai consumatori. 

Altri hanno fatto riferimento all’obbligo legale imposto nel loro Paese di pubblicare i fattori di rating utilizzati in certe linee di business.

Vi è chi ha riferito di comunicare volontariamente ai clienti i fattori di rating utilizzati, mentre taluni ritengono che ciò lederebbe i diritti e la libertà delle compagnie assicurative legati ai segreti industriali e la proprietà intellettuale. 

D’altro canto, le due associazioni consumeristiche che hanno partecipato all’indagine EIOPA ritengono che i fattori di rating utilizzati dalle Compagnie assicurative dovrebbero essere resi pubblici per consentire ai clienti di assumere decisioni informate. 

 

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.