
Come Vittorio Giovetti evidenzia nel suo recente articolo, l’emergenza Coronavirus sta avendo – tra gli altri – l’effetto di accelerare determinati processi in fase embrionale o già iniziati.
In tanti settori viene impressa una svolta decisa a favore dell’utilizzo di tecnologie innovative, che consentano di rispettare il distanziamento sociale che la necessità di contenere il contagio impone.
L’ambito sanitario non fa eccezione e da molti Paesi del mondo abbiamo avuto notizia di numerosi esempi in tal senso.
Ma anche in Italia la prestazione fornita dal personale sanitario inizia ad essere supportata da sistemi digitali e di dispositivi basati sull’Intelligenza Artificiale.
Nell’Ospedale Circolo di Varese, il personale sarà presto coadiuvato da sei piccoli robot, che entreranno nelle camere e monitoreranno i parametri vitali dei pazienti, trasferendoli ai sanitari, che potranno inoltre osservare a distanza gli ammalati grazie ad una telecamera appositamente installata sui bot; la possibilità di comunicare direttamente è invece assicurata da microfono e speaker. Obiettivo dell’impiego dei robot è ridurre gli accessi alle stanze ed i tempi di vestizione e svestizione degli operatori.
Analoghe funzionalità per il robottino introdotto all’Ospedale Infermi di Rimini.

L’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (IIT) e l’Istituto di robotica e macchine intelligenti (I-RIM) stanno invece lavorando ad un robot che – muovendosi tra le corsie degli ospedali – consenta le videochiamate tra pazienti e parenti.