
Tra il 2010 e il 2019 in Italia sono stati contati 211 allagamenti da piogge intense (che hanno determinato 20 frane e 14 danni al patrimonio), 123 trombe d’aria e 75 esondazioni fluviali.
Questi avvenimenti nel loro complesso hanno causato 193 danni alle infrastrutture.
Le città che hanno subito il maggior numero di eventi estremi sono state, nell’ordine: Roma, Milano, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Bari, Reggio Calabria e Torino
Dal 1999 al 2018 sono stati effettuati complessivamente 5.661 interventi su tutto il territorio italiano finalizzati a contrastare il dissesto idrogeologico, per un importo di 5,6 miliardi, così suddivisi:
Questi i 10 obiettivi – pubblicati nel Report “Il clima è già cambiato” – che, secondo Legambiente, deve porsi una Legge che voglia efficacemente tutelare i territori e le persone che ci vivono rispetto ai rischi connessi agli eventi estremi.
- Vietare qualsiasi edificazione nelle aree a rischio idrogeologico e in quelle individuate da Enea come aree di esondazione al 2100 per l’innalzamento del livello dei mari.
- Delocalizzare gli edifici in aree classificate ad elevato rischio idrogeologico, sismico o lungo le coste.
- Salvaguardare la permeabilità dei suoli nelle aree urbane, fissando anche delle percentuali obbligatorie di terreni permeabili negli spazi privati e pubblici (parcheggi, cortili, piazze).
- Vietare l’utilizzo dei piani interrati per abitazioni e realizzare monitoraggi nelle città più a rischio per scongiurare altre tragedie simili a quelle avvenute ad Olbia e a Livorno.
- Mettere in sicurezza le infrastrutture urbane (sottopassi, stazioni delle metropolitane etc.) dai fenomeni metereologici estremi.
- Vietare l’intubamento dei corsi d’acqua.
- Recuperare, riutilizzare, risparmiare l’acqua in tutti gli interventi edilizi.
- Utilizzare materiali capaci di ridurre l’effetto isola di calore nei quartieri.
- Creare, in tutti gli interventi che riguardano gli spazi pubblici, come piazze e parcheggi, vasche sotterranee di recupero e trattenimento delle acque piovane.
- Prevedere risorse statali per l’attuazione dei piani urbani di adattamento che prevedono la piantumazione di alberi e la creazione di boschi per la riduzione delle temperature in città e l’assorbimento dei gas serra, di interventi che riguardino la sostituzione delle pavimentazione e la deimpermeabilizzazione, l’utilizzo di pitture che consentano di ridurre l’incidenza delle radiazioni solari estive.