
La crisi Coronavirus ha provocato cambiamenti di portata mondiale – afferma McKinsey – e le aziende debbono pianificare con cura la “prossima normalità”, poiché la gestione della crisi e del post potrebbe essere l’imperativo attuale, costringendo ad una ristrutturazione dell’ordine economico globale.
Attualmente è impossibile prevedere i prossimi sviluppi. Tuttavia è possibile trarre insegnamento dalle lezioni del passato lontano e recente per riflettere sulla costruzione del futuro.
Per far fronte alla pandemia, i governi di tutto il mondo hanno imposto a persone e beni restrizioni di un’entità che non si vedeva da decenni. Sarebbero oltre tre miliardi le persone che attualmente vivono in paesi i cui confini totalmente chiusi ai non residenti; a causa del coronavirus, il 93% vive in paesi che hanno imposto nuovi limiti all’ingresso. La prospettiva di ulteriori restrizioni alle frontiere, una maggiore preferenza per prodotti e servizi nazionali rispetto a quelli esteri, la necessità di resilienza delle catene di approvvigionamento per avvicinare i mercati finali ai mercati finali e, forse, una rinnovata resistenza alla globalizzazione potrebbero continuare a manifestarsi anche successivamente alle azioni intraprese ora per far fronte al coronavirus, influenzando le future scelte imprenditoriali e indirizzandole verso un’economia più “chiusa” all’interno dei rispettivi confini che aperta alla globalità.