
Per incoraggiare e rafforzare la partecipazione ai mercati dei capitali da parte degli investitori istituzionali e, quindi, delle assicurazioni servono – secondo l’ANIA – interventi a livello regolamentare e fiscale. Bisogna per esempio risolvere alcune criticità rilevate durante i primi anni di applicazione di Solvency II – i cui principi l’ANIA comunque condivide – soprattutto rispetto alla volatilità eccessiva della situazione patrimoniale cui sono esposte le compagnie e ad alcune incoerenze con il modello di business dell’industria assicurativa legate alla penalizzazione di quei prodotti e di quegli investimenti di lungo termine che dovrebbero invece essere l’elemento distintivo della strategia finanziaria degli assicuratori.
Sul piano fiscale, il Decreto Rilancio ha introdotto una nuova tipologia di PIR, cosiddetti “alternativi” – che si aggiunge a quella di prima generazione, introdotta nel 2017 – che prevede l’obbligo di investire il 70% del patrimonio in strumenti finanziari di aziende non rappresentate nel FtseMib e nel FtseMid Cap, generando maggior flussi con riferimento alle piccole imprese. Tuttavia, evidenzia Farina, per ora la normativa del settore assicurativo prevede vincoli tanto stringenti da rendere impossibile per le imprese di assicurazione realizzare PIR “alternativi”.
È quindi opportuno adattare le norme settoriali alla disposizione generale, anche per evitare disparità di trattamento rispetto ad altri settori da subito abilitati alla commercializzazione dei nuovi PIR.