L’indice HRI (human readiness index) utilizzato da Audi nella sua indagine chiarisce il legame tra la propensione alla guida autonoma e i dati sociodemografici. Considerando una scala tra -10 e +10, in tutti i Paesi considerati la Generazione Z – ovvero i nati tra la seconda metà degli anni ’90 e la fine degli anni 2000 -, le persone di sesso maschile, con un buon livello culturale, un buon reddito ed i guidatori frequenti sono particolarmente aperte alla guida autonoma (+1.9, +1.3, +1.3, +1.7 e +1.7).
Come abbiamo visto, il 90% ha sentito parlare di questa tecnologia e il 22% ritiene di saperne molto. Ma chi ne sa di più? Anche in questo caso le persone meglio informate sono gli appassionati di automobili, i giovani e le persone preparate e con un buon reddito. Cinesi e Sud Coreani sono in testa (entrambi, nel 45% dei casi sostengono di conoscere bene la guida autonoma). In Giappone, invece, il 24% non ne ha mai sentito parlare; la percentuale scende nel Regno Unito (14%).
Per quanto riguarda l’interesse in questo tipo di settore, l’Italia si pone al terzo posto dopo Cina e Corea del Sud, superando di 6 punti percentuali la media dell’82%. All’ultimo posto gli USA (72%).
Nel contesto europeo è interessante notare che l’Italia (51%) e la Spagna (54%) hanno un atteggiamento più ottimistico sulle auto senza conducente rispetto alla Germania (34%). Particolarmente ansiosi appaiono gli Inglesi (46%) e i Giapponesi (53%); scettici, invece, soprattutto gli Americani (62%) e, di nuovo, gli abitanti del Regno Unito (54%). Curiosa la situazione dei Sud Coreani che, a dispetto del forte interesse manifestato, sono anche al contempo ansiosi (52%) e scettici (48%).