
Purtroppo l’impatto della pandemia di Covid-19 continua ad incidere pesantemente sull’economia italiana.
Riporta oggi (31 luglio 2020) l’ISTAT che la contrazione registrata nel periodo aprile-giugno 2020 è di ben -12,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente (-5,4%), aggravando quindi il crollo di un ulteriore 7%.
Il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell’attuale serie storica, ed un decremento senza precedenti – sottolinea l’Istituto – dovuto al pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate.
Mal comune non è mezzo gaudio, è vero, però è importante evidenziare che la caduta verticale del PIL italiano è analoga a quella evidenziata nelle altre principali economie, data la portata mondiale della pandemia e della relativa crisi.
Nel secondo trimestre 2020 il PIL è diminuito del -17,3% in termini tendenziali; la variazione acquisita per il 2020 è pari a -14,3%
La variazione congiunturale del PIL sintetizza – precisa l’ISTAT – la diminuzione del valore aggiunto in tutti i comparti produttivi (agricoltura, silvicoltura, pesca, industria, servizi) e il contributo negativo dal lato della domanda sia a livello nazionale che estero.