
L’Osservatorio Cybersecurity di Exprivia – società leader di un gruppo internazionale specializzato in Information and Communication Technology – ha rilevato che nel secondo trimestre del 2020 i crimini informatici sono aumentati di oltre il 250% rispetto al periodo gennaio-marzo e, in particolare, il picco di attacchi è stato registrato a giugno.
A fronte di un rapido e ingente aumento dei rischi cosiddetti cyber, assumono sempre maggiore importanza l’immissione sul mercato e la diffusione capillare di coperture assicurative specifiche, oltre che una decisa opera di sensibilizzazione sulle conseguenze nefaste che un attacco informatico può avere sulla vita personale e sull’attività professionale.
L’emergenza Covid-19 in Italia – dunque – ha influito pesantemente sulla sicurezza informatica anche post emergenza. Exprivia, che ha analizzato 40 fonti di informazioni pubbliche, fornisce alcuni dati:
- 171 gli attacchi informatici nel secondo trimestre dell’anno contro i 47 nel primo
- 86 gli attacchi registrati nel solo giugno
- oltre il 60% degli episodi ha provocato il furto dei dati (+361% rispetto al periodo gennaio-febbraio 2020), l’11% violazioni della privacy ed il 7% perdite di denaro
- quadruplicate le truffe tramite tecniche di phishing e social engineering (il 37% dei casi, +307% rispetto al primo trimestre)
- gli attacchi degli hacktivist sono cresciuti del 700%
- il 17% degli attacchi è stato effettuato tramite malware, ma nel 30% dei casi la modalità di attacco informatico è rimasta sconosciuta anche tra aprile e giugno
- il 26% delle campagne criminali è stato diretto a settori non classificabili, il 18% ha riguardato settori multipli; tra gli ambiti che hanno ricevuto più attacchi, Pubblica Amministrazione e Cloud (circa il 10% ciascuno sul totale)
Secondo il Direttore Cybersecurity Exprivia, su questi numeri ha inciso il combinato disposto dell’incremento dello smart working e della maggiore connessione ai social network durante e subito dopo il lockdown, della generalizzata mancanza di cultura digitale anche a livello di singoli, e dell’inadeguatezza con cui aziende ed enti pubblici proteggono dati sensibili e sistemi informatici. I sistemi di videosorveglianza sono stati presi pesantemente di mira dagli hacker e fortemente a rischio sono anche i dispositivi IoT “che non vengono protetti adeguatamente, facilitando accessi illegittimi”.
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