Il “progetto antifrode” dell’ANIA suscita le perplessità dell’Antitrust

Novembre 25, 2020by Alessandra Schofield
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Lo scorso 16 novembre l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha comunicato l’avvio di una istruttoria nei confronti dell’ANIA.

Oggetto dell’indagine il “progetto antifrode” nei rami Vita e Danni non Auto, avviato dall’Associazione delle Imprese nel 2019 e oggi in fase di partenza.

A sollevare le perplessità dell’AGCM, naturalmente, non le ragioni che spingono l’ANIA a contrastare i fenomeni fraudolenti: sui costi che le frodi possono causare a Compagnie ed Assicurati, l’Antitrust non ha alcun dubbio.

Ma l’Autorità “ritiene che così come attualmente disegnato il “progetto antifrode” dell’ANIA presenti alcune criticità concorrenziali che nell’ambito del procedimento saranno valutate con attenzione al fine di verificare l’esistenza di soluzioni coerenti con i principi della concorrenza”.

Prima di tutto, poiché il progetto è sviluppato e gestito dall’Associazione rappresentativa degli interessi delle imprese di assicurazione, l’AGCM solleva l’ipotesi che non sussistano adeguate garanzie di terzietà, laddove l’attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni fraudolenti nel settore assicurativo dovrebbe essere svolta a beneficio dell’intero sistema assicurativo. Tra l’altro – rammenta l’Authority – “vale rilevare che l’attività di contrasto e prevenzione delle frodi assicurative rappresenta uno dei compiti istituzionali dell’IVASS, in particolare nel ramo RC Auto… In tale ambito, l’IVASS gestisce appositi archivi e banche dati per supportare le imprese di assicurazione nella loro attività di individuazione e contrasto delle frodi assicurative RC Auto”.

Come a dire: una fonte di dati autorevole esiste già; perché l’ANIA sente la necessità di attivare una propria piattaforma, alimentata dalle informazioni fornite dalle stesse Compagnie?

In seconda battuta, il “progetto antifrode” è strutturato in modo da consentire la condivisione in tempo reale tra le imprese di assicurazioni di una enorme mole di informazioni su sinistri e assicurati che possono essere variamente combinate ed elaborate – tra l’altro con “criteri ad oggi poco chiari” e che non sono “altrimenti rinvenibili sul mercato nelle stesse forme e con le stesse modalità”. In altre parole, “lo scambio di informazioni connaturato al “progetto antifrode” appare suscettibile di determinare un aumento artificiale della trasparenza sui mercati interessati agevolando la collusione tra concorrenti su variabili strategiche, nonché in grado di produrre una potenziale preclusione anticoncorrenziale”.

Insomma: tutti sanno tutto. E questo non è mai un bene per la concorrenzialità del mercato. Perché “lo sviluppo, a partire da una mole di dati (big data) variamente combinati tra loro, di algoritmi comuni finalizzati, in particolare, alla determinazione di indicatori del rischio frode omogenei, che le imprese di assicurazione potrebbero utilizzare sia in fase liquidativa sia in fase assuntiva… potrebbe alterare artificialmente, e in modo non facilmente reversibile, l’ambiente competitivo, interferendo con le scelte strategiche delle imprese, finanche uniformandole, in fasi essenziali dell’attività assicurativa”.

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.