IBIPs e PPPs: prime considerazioni sulle conseguenze della pandemia

European Insurance and Occupational Pensions Authority - Wikipedia

Nell’ambito della pubblicazione, lo scorso 14 aprile 2021, del terzo Rapporto annuale sui costi nel 2019 e sulle prestazioni dei prodotti di investimento assicurativi e pensionistici nel periodo 2015-2019, EIOPA condivide alcune prime considerazioni sull’impatto della crisi da Covid-19 su questo tipo di mercato. Le proponiamo di seguito.

La pandemia ha avuto e sta continuando ad avere un impatto significativo sui settori assicurativo e pensionistico, sia in un’ottica prudenziale a causa delle dirette ripercussioni sulla profittabilità, sia sotto il profilo della protezione dei consumatori. 

I cambiamenti nelle abitudini dei consumatori, un possibile aumento del bisogno di liquidità e gli iniziali shock di mercato sono alcuni esempi di questo impatto per i cittadini. Anche il perdurante contesto dei tassi di interesse produrrà delle conseguenze.

I fattori di criticità

Questi fattori accrescono alcuni preesistenti rischi per i consumatori, evidenziando possibili criticità: oltre gli eventuali rischi di illiquidità e di profitti inferiori determinati dagli iniziali shock del mercato, la lunghezza e la gravità della crisi configurano un elevato numero di problematiche correlate ai costi e alle performance dei prodotti di investimento retail.

Il forte calo dei prezzi degli asset osservato nel marzo 2020, accompagnato dai rimborsi di alcuni fondi di investimento e da un deterioramento della liquidità del mercato finanziario, ha sollevato una certa preoccupazione per il risultato negativo per i consumatori. Infatti, mentre gli shock per i prodotti di partecipazione agli utili potrebbero essere stati contenuti in virtù del loro meccanismo di allocazione dell’utile differito, i profitti dei prodotti ibridi e unit linked potrebbero essere stati impattati in modo significativo e la liquidità di alcune attività sottostanti potrebbe essere stata temporaneamente compromessa.

L’impatto del recesso anticipato

Inoltre, a fronte di un persistere della crisi si potrebbero emergere alcuni preesistenti problemi strutturali:

  • Da un lato, i consumatori potrebbero iniziare a recedere anticipatamente dai contratti, creando una distonia tra profitti effettivi ed attesi a causa delle caratteristiche di alcuni IBIPs (per esempio una struttura di remunerazione complessa)
  • Dall’altro, i previsti profitti inferiori e la volatilità del mercato potrebbero ulteriormente esacerbare le esistenti criticità a medio e lungo termine, aggravando l’impatto dei costi alti 
  • Analogamente, soprattutto nei casi di vendite errate, le forti penalità sul recesso anticipato dai contratti provocato dall’aumentato bisogno di liquidità, potrebbe avere ripercussioni significative. Infatti, se i prodotti non sono adeguatamente targettizzati e venduti tenendo in debito conto le esigenze di liquidità dei consumatori, i contratti per i quali è consigliata una lunga durata potrebbero essere distribuiti a consumatori con liquidità limitata che ne dovrebbero sostenere le alte penalità in caso di recesso

Il rischio legato al rapporto durata/recesso è stato considerato “di materialità media” [cioè di impatto medio sulla capacità di creare valore nel tempo] in molti dei mercati europei.

Le informazioni raccolte sui costi di uscita dai contratti sono limitate a pochi prodotti, ma si è osservato che seppure nulli o vicini allo zero qualora si rispetti il tempo raccomandato di durata, sono rilevanti in caso di recesso anticipato. Un’analisi dei prodotti per i quali questo tipo di informazione è disponibile, ha mostrato che in genere i costi di recesso sono tra l’1% e il 5% del valore del contratto assicurativo al momento del recesso stesso. Normalmente, questi costi tendono a diminuire nel tempo, quindi più tardi è il recesso minore è l’impatto in termini di oneri, estremamente elevati al lancio del prodotto –  e di solito per i primi cinque anni – per poi gradualmente decrescere. In casi meno frequenti viene definito un costo fisso, mentre in altri non vi è alcun onere di recesso. 

Alcuni rischi correlati a questi costi sono anche dovuti ad una informativa meno trasparente, in quanto la corrispondente voce “costi di uscita” nel KID (Key Information Document), si riferisce agli oneri di uscita al periodo di durata raccomandato, quindi sostanzialmente zero, non evidenziando l’impatto di tali costi in momenti diversi. 

I prodotti più esposti

Gli operatori hanno sottolineato che il principale impatto del Covid-19 su IBIPs e PPPs è stato il decremento della valutazione del patrimonio netto, che nonostante il deciso rimbalzo nella seconda metà del 2020 rappresenta ancora una fonte di rischio. Sul mercato azionario il quadro è più variegato: da un lato il lieve incremento della valutazione si è dovuto ad un ulteriore discesa dei tassi di interesse, dall’altro il declassamento del rating degli strumenti di debito ha controbilanciato questo effetto. 

Secondo i produttori di settore, i contratti unit-linked garantiti da attività più rischiose, come debiti ad alto rendimento, azioni e attività dei mercati emergenti, erano e sono i prodotti più esposti e ci si attende che restino molto volatili nel 2021. 

Durante questa crisi gli operatori sono stati costretti a strategie di investimento più difensive, riducendo l’esposizione su alcune classi di attività volatili per minimizzare le perdite a breve termine. Pertanto, a medio-lungo termine l’impatto della crisi da Covid-19 si evidenzierà anche nella partecipazione agli utili e nei prodotti ibridi, portando a minori importi della componente tasso di credito/partecipazione agli utili da corrispondere all’assicurato, poiché mentre l’ammontare di tale componente con riferimento all’anno 2020 era generalmente già definita, prevenendo improvvisi effetti negativi sul mercato, l’impatto potrebbe evidenziarsi nei prossimi anni. 

Le conseguenze sui costi

Non sono stati apportati cambiamenti significativi alle strutture e ai livelli dei costi. Solo poche Compagnie hanno riferito le seguenti variazioni nei costi che, in entrambi i casi, avranno un effetto negativo sui consumatori:

  • aumento dei costi di transazione, dovuto ad un maggiore divario offerta-domanda a causa dell’aumento del rischio illiquidità di alcuni asset
  • maggiore riduzione del rendimento gli importi dei costi una tantum, a causa di un rendimento atteso inferiore nello scenario moderato del KID PRIIPs

Comunque, se l’impatto sui costi a breve termine è trascurabile, a lungo termine si profilano alcune preoccupazioni legate all’aumento dei costi strutturali. A causa della pandemia, il volume dei nuovi affari è diminuito e la pressione sulla marginalità delle Compagnie potrebbe tradursi in aumenti dei costi. 

Ciò potrebbe anche innescare una allocazione inferiore dei tassi di credito sui prodotti garantiti (pura partecipazione agli utili o ibridi).

Simili criticità sono state riportate per i prodotti pensionistici rispetto ai quali l’impatto potrebbe essere meno evidente a causa della loro natura a lungo termine.

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.