Probabilmente tutti, una volta o l’altra, abbiamo scherzosamente accusato il nostro smartphone di “ascoltare” le nostre conversazioni. Chi non si è mai sorpreso di ricevere annunci pubblicitari curiosamente in tema con alcune conversazioni in famiglia o tra amici?
Ebbene, potrebbe non essere stata una semplice coincidenza o l’effetto di ricerche magari condotte on line che non ricordavamo di aver fatto.
Lo scorso 29 settembre il Garante per la Privacy ha avviato un’indagine a seguito di numerose segnalazioni in tal senso.
Il sospetto è che l’autorizzazione all’utilizzo del microfono concessa ad alcune app frequentemente scaricate sui dispositivi mobile carpiscano le informazioni che involontariamente forniamo e le rivendano a società che le utilizzano a fini commerciali.
Durante l’istruttoria il Garante si avvarrà della collaborazione del Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza.