L’anticiclone subtropicale della prima settimana di giugno – soprannominato Scipione l’Africano – ha provocato un’ondata di calore, con impennate delle colonnine di mercurio fino a 41 gradi.
Coldiretti lancia l’allarme sullo stress idrico che sin dall’inizio del 2022 sta mettendo a rischio le coltivazioni in buona parte del Paese. A causa della carenza nelle precipitazioni, si stima un calo di 10.000 ettari delle semine di riso a favore della soia, che necessita di meno acqua.
Ma anche le produzioni di girasole, mais, grano, gli altri cereali, i foraggi, gli ortaggi e la frutta sono in pericolo. “Una situazione pesante in un momento difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa con aumenti di prezzi degli alimentari che hanno raggiunto a maggio il +7,1%” commenta l’Associazione dei coltivatori diretti.
La situazione è particolarmente seria in pianura padana: a rischio sono oltre il 30% della produzione agricola ed il 50% dell’allevamento. “Nonostante le ultime precipitazioni il livello del Po – rileva la Coldiretti – è sceso al Ponte della Becca -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico, un livello più basso che a Ferragosto”.
Ma l’emergenza acqua riguarda tutto il territorio nazionale. Coldiretti e Anbi hanno elaborato “un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente. Il progetto – conclude Coldiretti – è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.