Dopo l’incertezza del momento, che pone in capo agli Organi di supervisione precisi obblighi, e la digitalizzazione, l’altra grande trasformazione che il settore assicurativo e pensionistico sta affrontando è quella legata al fondamentale tema della sostenibilità ambientale.
Gli eventi correlati al cambiamento climatico sono frequenti ed intensi come mai prima, e l’ambito assicurativo sta sperimentando un impegno sempre crescente in questo senso.
I principi di sostenibilità vengono introdotti in Solvency II, nella IORP II, nella IDD e negli standard tecnici per gli SFDR.
Nella revisione di Solvency II, gli Organi di supervisione hanno due mandati legati alla sostenibilità: uno relativo all’analisi di uno specifico trattamento prudenziale delle esposizioni di asset ed attività direttamente connesse ad obiettivi ambientali e/o sociali, ed uno relativo alla rivalutazione degli oneri patrimoniali correlati alla sottoscrizione dei rischi catastrofali.
Il primo climate stress test è in corso quest’anno, al fine di verificare gli effetti dei rischi ambientali sulla resilienza del settore della previdenza professionale.
Si tratta di temi gravosi ed allo stesso tempo urgenti, ed il processo di “ambientalizzazione” dell’economia continuerà a comportare scelte dure e confronti difficili per assicuratori, gestori di fondi pensioni e Autorità di Vigilanza.
Ma è anche un’opportunità, per il settore assicurativo in particolare, di giocare un ruolo importante nel predisporre coperture accessibili agli assicurati. Tramite i dati, l’innovazione e gli incentivi, le Compagnie stanno supportando aziende e persone nel prepararsi al futuro, tramite la gestione del rischio più estesa possibile e talora anche indicando dove queste possibilità sono limitate. Tutto questo è molto rilevante e deve essere discusso.