La proposta ANIA per affrontare il tema dei cambiamenti climatici e dei rischi legati alle catastrofi naturali parte da un duplice presupposto: l’aumento costante, in termini di frequenza e magnitudo, degli eventi metereologici estremi ed il gap di protezione assicurativa che l’Italia ha rispetto agli altri Paesi europei anche su questo fronte.
“Solo il 5% delle abitazioni italiane gode di una protezione assicurativa contro terremoti e alluvioni, a fronte di un rischio ‘catastrofale’ – alto o medio-alto – che riguarda almeno il 78% degli edifici adibiti ad abitazione” afferma infatti l’Associazione delle Imprese.
Non solo: il 73% del territorio nazionale ed il 70% dei Comuni sono potenzialmente esposti anche al rischio sismico (Rapporto Sigma 2021).
“In Italia non esiste alcuna disposizione di legge che obblighi lo Stato a finanziare la ricostruzione delle case e le proprietà danneggiate. Il finanziamento pubblico alla ricostruzione del patrimonio immobiliare, infatti, non è prestabilito per legge, ma deciso ex post mediante stanziamenti non pianificati, con risultati che possono essere inferiori alle necessità e alle attese. A ciò si aggiunga la convinzione, ampiamente diffusa nella cittadinanza, di avere diritto a un ripristino totale a carico dello Stato, convinzione che quindi scoraggia la scelta autonoma e responsabile di assicurarsi con una copertura contro i danni da catastrofi naturali. Ad oggi l’Italia, Paese fortemente esposto a tali eventi, ancora non è dotata di un sistema di gestione ex-ante delle conseguenze dannose dei fenomeni calamitosi” osserva l’ANIA, che condivide i seguenti dati:
- Al 31 marzo 2021 erano oltre 1,4 milioni di polizze con l’estensione alle catastrofi naturali (in aumento rispetto a 1,2 milioni nel 2020, 826.000 nel 2019 e 440.000 nel 2016).
- Solo il 50% delle abitazioni civili ha una copertura contro l’incendio (42% del 2016) e solo il 5,1% ha anche un’estensione contro gli eventi calamitosi (4,5% del 2020, 3,2% del 2019 e 2% del 2016)
- Negli ultimi dieci anni lo Stato italiano ha speso circa 70 miliardi per ristorare (parzialmente e sempre in ritardo) i danni da catastrofi naturali
Il lento aumento della copertura è, secondo l’Associazione, attribuibile non ad un “razionale approccio preventivo”, ma all’onda emotiva suscitata dagli eventi calamitosi verificatisi dal 2009 in poi.
La proposta dell’Associazione consiste quindi nella mutualizzazione dei rischi tramite uno “schema nazionale di copertura assicurativa contro eventi catastrofici basato su una partnership tra settore pubblico e privato”. In questo modo, ritiene l’ANIA, il premio medio si attesterebbe attorno ai 100 € anche per le abitazioni ubicate nelle zone a più elevato rischio, affrancando al contempo le casse pubbliche “da impegni economici improvvisi e ingenti”.