Nel 2020 la spesa sanitaria in Italia ha raggiunto i 122 miliardi (7,4% del PIL, segnando un +2,4% del PIL di 20 anni fa).
La spesa per la sanità privata ammonta a circa 38 miliardi, di cui – evidenzia l’ANIA nell’edizione 2022 di “AllontANIAmo i rischi, rimANIAmo protetti” – appena poco più dell’8% si riferisce a prodotti assicurativi e il 2,6% a fondi e casse sanitarie. Il resto (dunque la quasi totalità) si riconduce ad esborsi da parte delle famiglie allorché si presentino impreviste necessità.
Il nostro Paese, segnato dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle patologie cronico-degenerative, è quello che presenta l’incidenza più elevata di utilizzo dei risparmi per coprire cure e spese mediche: si parla del 90%, contro una media del 74%.
“Questo aspetto è socialmente iniquo” osserva l’ANIA “perché mette le persone di fronte alla scelta tra pagare (quando sono in condizione di farlo) o, aspetto ancor più grave, rinunciare alle cure nel momento in cui si è più fragili”.
Ancora una volta, l’Associazione delle Imprese individua la soluzione nella coniugazione di risorse pubbliche e private in un nuovo modello di welfare che combini al meglio le risorse pubbliche e private e sia basato sul principio della mutualità.