Poiché il cambiamento climatico sta impattando in maniera significativa sulle popolazioni a livello personale e professionale, è di conseguenza diventato in tutto il mondo un tema cruciale anche per Assicurati e Compagnie. Per l’industria assicurativa proattiva, questa può rappresentare un’occasione di concretizzare gli obiettivi, costruendo proposte e modelli resilienti.
Durante gli ultimi trent’anni – osserva Capgemini nel Report “Walking the talk. How Insurers can lead climate change resiliency” – le perdite economiche legate al cambiamento climatico sono aumentate del 250%.
Gli assicurati sono consapevoli del problema, e circa i tre quarti di loro lo collocano tra i principali motivi di preoccupazione. Analogamente, il 40% delle Imprese considera il cambiamento climatico una massima priorità, determinando importanti e nuove criticità a livello di redditività ed assicurabilità dei rischi. Pertanto, molte hanno già iniziato a sviluppare strategie di resilienza.
Ciò fondamentalmente impone – secondo Capgemini – la revisione della strategia sui dati, la focalizzazione sulla prevenzione dei rischi ed il superamento delle esclusioni nei processi d’assunzione e negli investimenti, costruendo un ecosistema resiliente in collaborazione con l’ambito pubblico, le comunità e gli specialisti ClimateTech.
Attualmente, solo l’8% delle Imprese assicurative sono in dirittura di arrivo sul percorso della resilienza climatica, che richiede una sofisticata strategia sui dati. E solo il 35% ha adottato strumenti avanzati di analisi dei dati per elaborare modelli tariffari e di rischio basati sul machine learning.
La prevenzione dei rischi basata sui dati e sulla scienza comportamentale è in testa all’agenda delle Imprese proiettate verso il futuro. Oltre il 65% dei clienti è interessato alla prevenzione del rischio climatico ed ai servizi di mitigazione, ed il 53% è disposto a pagare per questo.
Oltre il 30% delle Compagnie sta comprimendo gli investimenti nelle Aziende non sostenibili ed oltre il 20% ne riduce le coperture.