Deloitte ha pubblicato il primo report del nuovo Osservatorio dedicato a sostenibilità ed innovazione, dal titolo “Il Cittadino consapevole: Comportamenti sostenibili per guidare strategie innovative a sostegno di una rapida transizione ecologica”.
Rimandando a questo link per scaricare la documentazione integrale, riprendiamo qualche dato dal comunicato stampa.
- Il cambiamento climatico è fra i principali timori per il futuro, soprattutto per i giovani: viene percepito come imminente dal 36% degli intervistati, con punte del 45% tra la GenZ e del 40% tra i Baby Boomer
- Le altissime temperature dell’estate scorsa hanno indotto quasi 7 italiani su 10 a temere “di essere testimoni della più grande crisi climatica ed ecologica della storia”
- L’83% ritiene che alla base del riscaldamento globale ci siano i comportamenti della società contemporanea e ai suoi modelli di sviluppo non sostenibili
- 2 rispondenti su 3 hanno modificato le proprie abitudini verso una maggiore sostenibilità già prima della pandemia
- Il 23% (soprattutto giovani: 38% GenZ e 28% Millennial) riflette su come rendere più
ecosostenibile il proprio stile di vita - 7 persone su 10 ritengono imprescindibile riciclare, rigenerare e ridurre al minimo i rifiuti e gli sprechi
- Il primo ostacolo nella transizione verso abitudini più sostenibili è il prezzo di prodotti/servizi green, (51%), seguito dalla difficoltàdi reperimento (38%) e dalla difficoltà di trovare informazioni
certificate e affidabili sulla sostenibilità (36%) - Gli intervistati chiedono che i prodotti siano fatti di materiali il più possibile rinnovabili (36%), naturali (34%) e riciclabili (31%) e che tutta la catena del valore abbiamo il minimo impatto ambientale (31%)
- Tuttavia, solo il 23% dei Baby Boomer (i nati tra la seconda metà degli anni Quaranta e la seconda metà degli anni Sessanta) considera la durabilità del bene tra le tre caratteristiche più rilevanti
- la sostenibilità è ormai una discriminante fondamentale anche per i consumi legati alla mobilità (55% altri mezzi di trasporto e 51% veicoli personali), all’immobiliare (57%) e ai generi alimentari (51%), ma per il consumo di software (24%), servizi d’intrattenimento (23%) e prodotti finanziari (19%) le scelte d’acquisto sono ancora guidate da considerazioni più tradizionali
- Interessante notare come i cittadini non si lascino incantare dal greenwashing: il 65% ritiene che sia praticato dalle aziende, solo il 44% si fida delle comunicazioni in merito delle imprese, il 75% ne ha personalmente sperimentato almeno un caso
- I cittadini percepiscono maggiormente il greenwashing nei settori alimentare, tessile, cura della persona, energetico e agricolo
