Il progetto si è svolto sotto la supervisione IVASS
Conveniente, sicuro, validato: chi garantisce che sia adeguato e perfettamente compreso dal cliente?

Non ci stancheremo mai di ripeterlo. È fondamentale, per chi svolge la professione di Agente, sapere come si stanno muovendo le Compagnie e gli altri canali distributivi; capire in che direzione vanno investimenti e sperimentazioni; quali sono gli obiettivi perseguiti; quali i nuovi approcci al Consumatore.
Solo così sarà possibile stabilire quali decisioni prendere, che tipo di strategia definire.
L’Insurance Blockchain Sandbox – IBS, avviato lo scorso giugno 2019, è un progetto di sperimentazione collettiva aperto a Compagnie e Broker, promosso da Cetif, Reply, Ania e IVASS.
È una piattaforma basata sulla tecnologia blockchain, in cui è possibile creare e testare polizze Viaggi digitali per coprire rischi da maltempo, ritardo volo e ritardo bagaglio.
Questo tipo di prodotto prende il nome di smart contract, per sua natura strettamente connesso al concetto di blockchain.
Due parole sulla blockchain
La blockchain (catena di blocchi) è un database di transazioni crittografate cui sono collegate più postazioni (i blocchi, appunto) interconnesse e sincronizzate alla medesima rete e definite anche “nodi”, tramite cui è possibile scambiare dati senza doversi avvalere di provider di posta elettronica o servizi in cloud. In questo sistema, ogni operazione viene validata da ciascun nodo e tutte le transazioni sono permanentemente tracciabili. Tutti i componenti della catena partecipano alla governance in maniera paritaria.
Si tratta di un archivio distribuito e decentralizzato, collocato contemporaneamente su tutti i nodi della catena, basato su una rete paritetica (Peer to Peer), in cui tutti i blocchi fungono contemporaneamente da client e da server rispetto agli altri, senza la necessità di un’autorità centrale che verifichi, legittimi ed autorizzi le transazioni, identificate da una timestamp, ovvero una serie di caratteri che definisce la data e l’ora dell’operazione (marca temporale).
La Blockchain viene considerata affidabile, protetta dagli attacchi di tipo informatico (un nodo può essere colpito, ma gli altri conservano la propria operatività), trasparente (le operazioni sono visibili a tutti i partecipanti), conveniente (viene meno la necessità di un intervento di terze parti), inalterabile, irrevocabile.
L’interesse del settore assicurativo nell’utilizzo di questo protocollo di comunicazione è molto vivo, e la sperimentazione appena conclusasi – cui hanno partecipato Mediolanum (Banca e Assicurazioni), Banca Popolare di Sondrio, Cargeas, Nobis, Reale Group, Ubi Banca e Aon – lo dimostra con chiarezza.
A partire dal secondo trimestre del 2020 la piattaforma verrà utilizzata per il collocamento di polizze al pubblico: a quanto pare i risultati del progetto sono stati più che soddisfacenti in termini di customer experience, per riduzione di costi e di tempi.
Lo smart contract può senz’altro essere redditizio per chi lo emette, e anche conveniente per l’acquirente; può essere verificato e validato in ogni passaggio; può garantire la sicurezza della transazione. Ma la domanda è d’obbligo: chi ne garantisce l’adeguatezza rispetto agli effettivi bisogni del cliente e la comprensione dei contenuti da parte dell’assicurato?