
Se una migliore applicazione degli strumenti già disponibili in ambito sanitario consentirebbe un enorme risparmio, le innovazioni – a livello farmaceutico e dell’assistenza prestata – potrebbero ridurre gli oneri dal 6% al 10%, consentendo di prevenire o curare circa il 60% delle malattie a livello mondiale, a differenza di quanto accade oggi. Sarebbe possibile trattare più efficacemente disturbi mentali e neurologici, cardiovascolari e tumori.
McKinsey identifica dieci tecnologie ad alto impatto che già si dimostrano promettenti in tal senso, migliorando la qualità della vita dei pazienti nelle fasi post terapia e rallentando l’invecchiamento.
Tra queste, la terapia cellulare, la medicina rigenerativa, i protocolli digitali e la terapia genica.
Una salute migliore potrebbe aggiungere 12 trilioni di dollari al PIL globale nel 2040, con una crescita complessiva dell’8% (e un’accelerazione del +0,4% ogni anno). Circa la metà di questi benefici sarebbero determinati dalla forza lavoro più ampia e sana; il resto deriverebbe da migliori capacità nelle persone anziane e/o con disabilità, migliorando le condizioni di lavoro degli operatori sanitari e contestualmente riducendo il carico determinato dalle condizioni croniche di salute.
Ogni dollaro investito nella sanità produrrebbe un ritorno economico che va dai 2 ai 4 dollari. Nei Paesi ad alto reddito i costi di implementazione potrebbero essere più che compensati dagli aumenti di efficienza nelle prestazioni di assistenza sanitaria, mentre i Paesi a basso reddito necessitano di maggiori investimenti nelle infrastrutture di base del settore.
Approcciarsi all’ambito della salute come opportunità di crescita non sarà semplice e richiederà – secondo McKinsey – che tutti gli stakeholder lavorino su quattro imperativi:
- considerare la salute una priorità economica e sociale
- inserire la sanità nella propria agenda
- trasformare i sistemi di assistenza sanitaria
- raddoppiare le iniziative di innovazione nel comparto
I Paesi che emergono dalla crisi COVID-19 crisis hanno l’opportunità unica di ripensare il ruolo nel futuro post-pandemico. Rendere la salute una priorità e concentrare l’attenzione sugli ambiti a maggior ritorno può aumentare la resilienza, ridurre le ineguaglianze sanitarie e promuovere fortemente il benessere individuale, sociale ed economico.
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