Copertura sanitaria integrativa, in crescita la sensibilità sul tema

Febbraio 13, 2020by Alessandra Schofield

Report Deloitte, come sta cambiando la percezione dei cittadini sui servizi SSN e delle strutture private

Ancora troppi costretti a rinunciare alle cure: un problema che riguarda tutto il Paese

Nel Report Outlook Salute Italia 2021 – Il Sistema Sanitario Italiano tra pubblico e privato: sostenibilità e prospettive, pubblicato il 22 gennaio, Deloitte – Società attiva dal 1923 e specializzata in servizi di Audit & Assurance, Consulting, Financial Advisory, Risk Advisory, Tax and Legal – analizza come negli ultimi quarant’anni di SSN, orgoglio della nostra nazione, i cambiamenti intervenuti nella sanità pubblica abbiano impattato sulle modalità con cui la popolazione interagisce con l’assistenza sanitaria nelle scelte e nelle abitudini di approccio.

Avvalendosi di questionari a risposta multipla, la Società ha approfondito molti aspetti:

  • I primi due servizi che il cittadino ha richiesto negli ultimi tre anni sono gli esami di laboratorio (66%) e – del resto, come poteva mancare il pilastro della struttura Italiana nella sanità? – il ricorso al medico di famiglia/pediatra (64%)
  • Seguono poi le visite specialistiche (57%) e la diagnostica (50%)
  • Solo nelle cure odontoiatriche (44%) il professionista privato primeggia con il 73% di prestazioni erogate, mentre la struttura pubblica e l’ambito privato/convenzionato prestare la abbondante maggioranza dei servizi richiesti
  • Le prestazioni appena rappresentate vengono fruite da una percentuale di cittadini direttamente proporzionale all’aumentare del reddito; contemporaneamente, aumenta il ricorso al Pronto Soccorso (comunque menzionato solo nel 21% delle risposte) laddove diminuiscono gli introiti

Tanti, troppi cittadini rinunciano alle cure necessarie

Deloitte passa poi ad analizzare la percentuale di cittadini che hanno dovuto rinunciare alle cure nell’ultimo anno. 

L’indagine è stata condotta per macro regioni, e i dati vanno dal 20% del Nord Ovest al 27% del cosiddetto ricco Nord Est, passando per il non indifferente 30% del Centro Italia, il 36% del Sud e addirittura il 41% delle isole.

Inaspettatamente, dunque, si tratta di percentuali alte sul tutto il territorio italiano: mediamente raggiungono il 29%, ma ancora una volta confermano un Paese suddiviso in tronconi.

Più che prevedibilmente, la fascia di reddito incide sul ricorso o meno alla sanità: per i redditi bassi si arriva al 51% di rinuncia nell’ultimo anno, ma si rileva comunque un 20% nei redditi maggiori.

Il 57% degli intervistati ha sostenuto spese mediche nell’ultimo anno; un cittadino su due ha speso tra i 200 e i 1000 euro, mentre costi tra i 1000 e i 5000 euro hanno riguardato un cittadino su tre.

Un connazionale su due si attende di dover ricorrere maggiormente ai servizi sanitari a pagamento nei prossimi anni.  

In questo contesto si individuano le ragioni del “turismo sanitario”, cui gli Italiani spesso ricorrono per necessità.

Secondo i cittadini il SSN merita la sufficienza, ma la percezione è di un progressivo calo di qualità 

Una caratteristica frequentemente riscontrabile nei cittadini italiani è la sottovalutazione dei servizi pubblici che il nostro Paese offre; anche rispetto ad un servizio sanitario – che, seppur con mille pecche, è una rarità al mondo che molti ci invidiano – il giudizio non sembra essere poi troppo lusinghiero.

Si va infatti da un punteggio di 6,8 assegnato dal Nord Est e giù a scendere sino al 5,6 – unica insufficienza – del Sud. Consola comunque che il voto totale attribuito al SSN sia un sufficiente 6,4; 7,2 è invece  il punteggio mediamente attribuito alla sanità privata.

Sembra peraltro essere negativo, almeno nella percezione, il trend dell’evoluzione (in senso positivo o negativo) dei servizi offerti nell’ultimo anno dalla Sanità pubblica. È del 24% in media la differenza in negativo, tra chi pensa che sia migliorato e chi invece ritiene sia peggiorato; il gap aumenta al 29% tra le donne, al 36% tra gli anziani e al 33% per i cittadini a basso reddito.

I servizi che riscuotono maggior successo sono il 118, il medico di base (e come poteva essere diversamente!) e le farmacie. La critica maggiore riguarda il tempo di attesa, il tempo di attesa e ancora il tempo di attesa (!),  che si tratti di ricoveri, diagnostica o visite ambulatoriali.

Il 20% degli italiani ricorre ad una copertura sanitaria: si rileva una certa sensibilità al tema, ma il dato si può migliorare

In quanti hanno pensato a ricorrere ad un prodotto/copertura che garantisca e supporti in caso di necessità di carattere sanitario? Sorpresa: in un Paese mediamente e notoriamente sotto-assicurato il 20% in fondo è un buon dato, che mostra sensibilità al tema ma un mercato ancora da esplorare. Ancora più importante: il cittadino che ha fatto questo tipo di scelta sembra poi essere soddisfatto, e nel 75% dei casi consiglia l’acquisto ad un amico. Il 50% di chi non possiede una copertura sanitaria non è comunque interessato all’acquisto, per motivi che ben si conoscono:

  • costo troppo elevato (44%)
  • non mi fido (17%)
  • non sono interessato (30%)

I medesimi dati possono essere letti in altra maniera:

  • il 50% è interessato all’acquisto
  • il 17% si conquista infondendo fiducia nel sistema
  • il 30% semplicemente non avverte l’esigenza, che l’intermediario professionista sa far affiorare
  • il 44% deve forse essere aiutato a rivedere le proprie priorità di spesa, mentre le fabbriche di prodotto si debbono sentire spronate a migliorarsi 

L’adeguamento al digitale, che la sanità sta portando avanti, è percepito come ancora scarso se pur presente; forse perché l’informatizzazione riguarda tuttora poco aspetti specifici come il fascicolo sanitario elettronico o la telemedicina.

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.