
Sono settimane intense per tutto il sistema bancario italiano e per il Gruppo Unipol, impegnato in un’operazione che – se sposata dal mercato – porterà alla nascita del quarto gruppo bancario del Paese, player domestico con una presenza importante anche sul piano internazionale.
L’accordo che UnipolSai ha sottoscritto con Intesa San Paolo per l’acquisizione di rami d’azienda riferibili alle compagnie assicurative partecipate da Ubi Banca (BancAssurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita) prevede il trasferimento a BPER – di cui Unipol è primo azionista, con il 20% – di 400-500 filiali Ubi Banca.
In questo modo il Banco Popolare dell’Emilia Romagna – che vanta un secolo e mezzo di storia – crescerebbe del 50%, aumentando ulteriormente la propria presenza su tutto il territorio italiano ed ampliando in maniera molto consistente – 1,2 milioni – la platea di clienti.
Si tratta di un’operazione che Carlo Cimbri ha definito di “stile anglosassone”, in quanto tenuta assolutamente riservata fino alla sua ufficializzazione e che – secondo l’A.D. – è destinata ad aumentare la solidità complessiva dell’intero sistema bancario del Paese, consentendo inoltre maggiore competitività e resilienza rispetto alle eventuali difficoltà del mercato.
Sebbene Intesa Sanpaolo sia competitor di Unipol nel comparto Vita, secondo quanto dichiarato al Corriere Economia Carlo Cimbri condivide con il Ceo Carlo Messina la visione sulla solidità delle Imprese e sulle modalità di crescita.
Senza che questo, tuttavia, impedisca una “competizione leale ma serrata”, di cui beneficerebbero la qualità dell’offerta e quindi il mercato tutto.
In attesa degli ulteriori sviluppi, si segnala lo scontento del Comitato Azionisti di Riferimento di Ubi Banca. Il CAR, che detiene il 18%, ha rigettato ieri (20 febbraio) l’ops di Intesa-Unipol, definendola inaccettabile in quanto “ostile, non concordata e non coerente con i valori impliciti di Ubi”.