Non è un caso se abbiamo introdotto il tag #Wizard.
Nel lessico informatico, il termine sta ad indicare una procedura che semplifica operazioni complesse, quasi magicamente. E difatti la traduzione di wizard è mago.
Noi, che non siamo informatici, abbiamo mutuato la definizione per indicare l’esposizione fruibile di concetti magari non familiari a tutti.
Questo è lo scopo del nostro tag, e speriamo di riuscirci. Non dovesse essere così, segnalatecelo senz’altro.
Per esempio, i contenuti dell’indagine EIOPA che stiamo man mano presentando – e gli altri articoli che abbiamo pubblicato e pubblicheremo sul tema – ci aiutano a capire cosa sono i Big Data, come vengono raccolti ed analizzati, quali ne sono gli usi attuali e quali quelli potenziali ed anche quali i rischi connessi, non solo in termini di garanzia della privacy ma anche di discriminazione derivante dalla eccessiva profilazione dei consumatori.
Vale la pena ricordare perché è fondamentale insistere sull’approfondimento di queste tematiche.
Non lo si fa in nome di un supino assecondamento di una corrente o della linea strategica di questa o quella Compagnia; né lo si fa perché inconsapevoli delle deviazioni, dei pericoli e delle storture che questa radicale evoluzione può produrre. Tutt’altro.
Lo si fa perché la possibilità di connessione ormai quasi h24 e ormai quasi universale ha modificato e sta modificando profondamente le abitudini (e, dunque, le necessità) di tutti noi, modifica le strategie delle Imprese, modifica le modalità di relazione tra le persone e di conseguenza modifica le attese dei clienti circa le possibilità di contatto con i loro consulenti professionali.
Non è il valore intrinseco dell’intermediazione umana a rischio, se non si permetterà che ci venga sottratto.
E non ci verrà sottratto, se saremo in grado di esprimerlo avvalendoci di quelle stesse tecnologie, di quegli stessi dispositivi e di quegli stessi metodi che oggi i consumatori privilegiano.
Si tratta di imparare a far leva su quei medesimi punti di forza che oggi rappresentano la principale attrattiva dei canali alternativi, cui aggiungere quel plus di competenza che nessun canale alternativo ha e che è invece peculiare dell’intermediazione di tipo tradizionale.
Non solo: abbiamo il dovere di farlo salvaguardando i nostri clienti, per quanto in nostro potere, dai potenziali rischi cui vanno incontro.
Per sapere in quale direzione muoverci, però, dobbiamo sapere e dobbiamo capire: cosa abbiamo di fronte e in che direzione stanno andando il mercato, le Autorità di Vigilanza, le normative, le Compagnie, i consumatori (che poi siamo noi stessi).
Chi sostiene di non aver mai scambiato documentazione, video o foto con i propri clienti via email, via whatsapp, via messenger, o altra delle possibili vie oggi disponibili, delle due l’una: o non fa l’Agente oppure semplicemente sta mentendo.
Chi relega l’informazione su questi argomenti ai margini della propria comunicazione sta danneggiandone i fruitori.
Chi non considera questo se non IL tema, quantomeno uno dei temi prioritari, è incosciente o colpevolmente superficiale.
Chi ci suggerisce di limitarci a contrastare o ignorare questa onda di trasformazione, a fingere che la questione non esiste, a rigettare modalità di comunicazione e relazione che non siano quelle di un tempo, sta condannandoci all’espulsione dal mercato.