
Lo scorso anno si è registrata quasi in tutta Europa la temperatura più elevata delle ultime quattro decadi, seguita da quella del 2018, 2015 e 2014.
Lo riferisce il report European State of the Climate 2019 (Copernicus Climate Change Service C3S).
Solo in una piccola area del Nord Europa la temperatura è stata più fresca della media: nel resto del continente ha fatto più caldo e in alcuni casi l’aumento è stato di 3° o 4°, con due ondate di calore registrate in giugno e luglio. Il trend dal 1979 appare chiaramente in crescita.
In linea generale, 11 dei 12 anni più caldi si sono contati a partire dal 2000.
Non vi è, invece, un andamento definito nel medesimo arco temporale per quanto riguarda le precipitazioni: nel 2019 sono state complessivamente intorno alla media. Tuttavia, una riduzione si è osservata in Europa orientale e centrale ed un aumento nelle aree settentrionale, occidentale e meridionale, in particolare nell’ultimo trimestre dell’anno e soprattutto a novembre.
Per quanto riguarda la zona dell’Europa Artica, negli ultimi 40 anni si è assistito ad un progressivo aumento della temperatura ed una diminuzione dei ghiacci. Sebbene nel 2019 si siano registrati +0,9° rispetto alla media, l’anno tuttavia si pone al quattordicesimo posto fra quelli più caldi del periodo considerato (il peggiore in questo senso è stato il 2010). A fine luglio si è però registrato un picco di temperatura che ha scardinato tutti i record, connesso all’ondata di calore che in quel periodo ha riguardato tutta l’Europa. Sotto la media anche l’estensione dei ghiacci, ma comunque al di sopra dei valori toccati in sei dei sette anni precedenti.
I dati utilizzati nel report derivano dai satelliti in orbita, dalla combinazione delle osservazioni fatte e modelli informatici per ricreare lo storico delle condizioni climatiche, dagli strumenti di misurazioni posti in situ e da modelli di indicatori ambientali di tipo fisico e statistico su larga scala.
Fonte foto: www.copernicus.eu