
Il 2019 si chiudeva con una stagnazione che agli immediati inizi del 2020 pareva lievemente mitigata.
Poi l’impatto della pandemia e delle relative misure di contenimento hanno peggiorato profondamento il quadro: nel primo trimestre di quest’anno il PIL è crollato del -5,3% rispetto al trimestre appena precedente.
Sulla base di quanto rilevato finora, l’ISTAT pubblica oggi – 8 giugno – le previsioni sul Prodotto Interno Lordo 2020, che non sono affatto buone.
L’Istituto prevede infatti una marcata contrazione del PIL (-8,3%) nel corrente anno e una
ripresa parziale (+4,6%) nel prossimo. Questo importantissimo decremento è dovuto al crollo della domanda interna (-7,2%), dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private
(-8,7%) e degli investimenti (-12,5%), mentre la spesa delle Amministrazioni pubbliche è cresciuta del +1,6%. Negative anche la domanda estera netta e la variazione delle scorte (-0,3% e -0,8%), come l’occupazione (-9,3%; si attende una ripresa nel 2021 del +4,1%).
I comparti produttivi sono stati tutti danneggiati: emblematici gli esempi di agricoltura (-1,9%), industria (-8,1%) e servizi (-4,4%).