

ISTAT e ISS hanno analizzato 4.942 schede di morte compilate dai medici relativamente a pazienti diagnosticati microbiologicamente con test positivo al SARS-CoV-2 e nelle quali sono certificate, oltre a COVID-19, condizioni e malattie che hanno avuto un ruolo nel determinare il decesso.
I dati parlano chiaro: COVID-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2.
Per il restante 11% le cause di decesso sono:
- malattie cardiovascolari (4,6%)
- tumori (2,4%)
- malattie del sistema respiratorio (1%)
- diabete (0,6%)
- demenze (0,6%)
- malattie dell’apparato digerente (0,5%)
Nella classe di età 60-69 anni la quota di decessi in cui COVID-19 è la causa direttamente responsabile della morte è del 92%, mentre scende all’82% nelle persone di età inferiore ai 50 anni.
Nel 28,2% dei decessi analizzati non sono presenti concause di morte preesistenti a COVID-19. La percentuale scende al 18% nella classe di età 0-49 anni.
Dichiara dunque l’ISTAT “In base all’analisi condotta sulle schede di decesso, COVID-19 è la causa direttamente responsabile della morte, ossia è la causa iniziale, nell’89% dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2. In questi casi, la morte è quindi causata direttamente da COVID-19, seppure spesso sovrapposto ad altre malattie preesistenti, e dalle sue complicanze. In altri termini è presumibile che il decesso non si sarebbe verificato se l’infezione da SARS-CoV-2 non fosse intervenuta. Nel restante 11% dei casi il decesso si può ritenere dovuto ad un’altra malattia (o circostanza esterna). In questi casi, COVID-19 è comunque una causa che può aver contribuito al decesso accelerando processi morbosi già in atto, aggravando l’esito di malattie preesistenti o limitando la possibilità di cure“.