
L’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima di Bolzano ha condotto uno studio sulla qualità dell’aria respirata durante l’utilizzo della mascherina.
Dall’indagine, effettuata dal Laboratorio Analisi aria e radioprotezione dell’Agenzia e scaricabile qui emerge che i livelli della concentrazione di anidride carbonica inalata indossando una mascherina sono analoghi a quelli rilevati in molti ambienti di vita quotidiani chiusi, e risulta essere molto inferiore rispetto a quella espirata.
Lo studio – tra i primi sviluppati in Italia sull’argomento – è stato condotto nel periodo giugno-agosto 2020 e ha preso in esame le varie tipologie di mascherina maggiormente in uso: mascherina artigianale, mascherina chirurgica, FFP2 o KN95, visiera e fasce di stoffa.
Dichiara Luca Verdi, Direttore del Laboratorio Analisi e radioprotezione “L’aria che espiriamo contiene un’elevata concentrazione di anidride carbonica, circa 40.000 ppm, ovvero il 4%. Dallo studio è emerso che indossando un dispositivo di copertura naso-bocca si ha comunque un notevole ricambio d’aria che porta ad una consistente riduzione della concentrazione di CO2. Più precisamente la percentuale di anidride carbonica espirata che viene re-inalata varia da un minimo del 3% con la visiera, a un massimo del 14% con la mascherina artigianale”.
Prosegue il Direttore “In ambienti chiusi, poco ventilati, dove soggiornano abitualmente più persone, come ad esempio nelle aule scolastiche, la concentrazione di anidride carbonica aumenta in generale molto velocemente. Dovendo aggiungere all’anidride carbonica re-inalata indossando la mascherina anche quella proveniente dal locale chiuso in cui si soggiorna è chiaro che risulta fondamentale che il locale stesso abbia caratteristiche di ventilazione ottimali. In conclusione possiamo affermare che la concentrazione di CO2 inalata indossando una copertura naso-bocca è sui livelli di quella rilevata in ambienti chiusi e risulta essere molto inferiore rispetto a quella espirata”. Questo studio, quindi, riconferma anche l’importanza di arieggiare bene i locali chiusi.
Il disagio avvertito indossando la mascherina a lungo è dovuto al fatto che nella zona del viso coperta dal dispositivo di protezione la temperatura superficiale aumenta in media di due gradi,e quindi si suda di più. Anche questo aspetto è stato approfondito grazie ad una termocamera con cui è stata misurata la temperatura superficiale del viso, con e senza mascherina.
Per l’indagine sono state effettuate 350 prove con e senza dispositivi di copertura indossati, con soggetti seduti o in piedi in leggero movimento. “Per eseguire le prove è stato elaborato e adottato uno specifico protocollo di misura che ha permesso di analizzare solo l’aria inspirata, separandola nettamente da quella espirata. Ad ogni atto respiratorio e durante tutta la fase di inspirazione è stata prelevata una piccola quantità di aria utilizzando una sonda posta fra naso e bocca; l’aria prelevata è stata raccolta in un contenitore di Tedlar e quindi analizzata per determinare la concentrazione di anidride carbonica” – ha sottolineato il tecnico referente per le prove, Gianmaria Fulici.
La mascherina dunque può risultare fastidiosa, ma non è dannosa per la salute. Il Covid-19, invece può esserlo molto. Può risultare perfino letale, per noi stessi o per gli altri.