
Lo scorso 30 dicembre 2020 l’ISTAT ha pubblicato i dati relativi all’impatto dell’epidemia covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente in Italia tra il mese di febbraio e il 30 novembre 2020, quando sono stati diagnosticati dai Laboratori di Riferimento
regionale 1.651.229 casi positivi di Covid-19, riportati al Sistema Nazionale di Sorveglianza Integrata dell’ISS entro il 20 dicembre 2020.
57.647 i decessi avvenuti nel periodo in considerazione tra le persone positive al Covid-19, rispetto ai quali la percentuale di soggetti deceduti di età inferiore ai 50 anni si attesta attorno all’1%, mentre raggiunge il 60% per le persone ultraottantenni.
Come ricorda l’Istituto, da febbraio fino alla fine di maggio 2020 (la cosiddetta prima ondata) si è assistito ad una rapidissima diffusione dei casi e dei decessi e ad una forte concentrazione territoriale, soprattutto nel Nord del Paese.
Da giugno a metà settembre la diffusione del virus era inizialmente molto contenuta, ma alla fine di settembre si sono identificati focolai sempre più numerosi in tutto il Paese; alla fine di settembre 2020 è partita la seconda ondata, con un rapido aumento dei casi proseguito fino alla metà di novembre, quando si è osservato un calo dell’incidenza.
I dati sulla mortalità sfatano ogni possibile dubbio sull’influsso del Covid-19.
Riportando testualmente quanto comunicato da ISTAT:
- Nei mesi di marzo e aprile, contemporaneamente alla diffusione dell’epidemia, si è osservato un importante incremento dei decessi per il complesso delle cause rispetto al livello atteso sulla base della media del periodo 2015-2019.
- Durante la prima fase dell’epidemia si sono contati oltre 211 mila decessi (da marzo a maggio del 2020), 50 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo del 2015-2019, di cui oltre 45 mila relativi a residenti nel Nord del Paese. L’incremento nelle regioni del Nord ha fatto registrare quasi un raddoppio dei decessi nel mese di marzo (+94,5% rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019) e un incremento del +75% ad aprile.
- nel periodo giugno-settembre, in corrispondenza con la fase di transizione della diffusione dell’epidemia di Covid-19, si è osservata una riduzione della mortalità totale che ha portato, in tutte le regioni/province autonome, il numero dei decessi per il complesso delle cause registrati nel 2020 in linea con i valori di riferimento del periodo 2015-2019.
- Viceversa, a partire dalla metà di ottobre 2020 diventano via via più evidenti gli effetti della seconda ondata dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale. In termini assoluti si stima per i mesi di ottobre e novembre 2020 un aumento di decessi per il complesso delle cause di oltre 31.700 unità.
- La seconda ondata si caratterizza a ottobre per un eccesso di decessi totali del 13% sia al Nord che al Centro-sud riscontrato, mentre nel mese di novembre si distingue nuovamente l’eccesso di mortalità del Nord (+61,4%), rispetto al Centro (+39,3) e al Sud (+34,7%).
- In molte regioni del Nord l’eccesso di mortalità totale del mese di novembre supera quello del picco di marzo-aprile.
- Da fine febbraio a novembre i decessi Covid-19 rappresentano il 9,5% del totale dei decessi del periodo, durante la prima ondata epidemica (febbraio-maggio) questa quota è stata del 13%, mentre nella seconda ondata il contributo complessivo dei decessi Covid-19 è passato al 16% a livello nazionale (con un considerevole aumento nel mese novembre).
- Se si considerano i contributi per fasce di età dei decessi Covid-19 alla mortalità generale si può notare come, a livello nazionale, la mortalità Covid-19 abbia contribuito al 4% della mortalità generale nella classe di età 0-49 anni, all’8% nella classe di età 50-64 anni, all’11% nella classe di età 65-79 anni e all’8% negli individui di ottanta anni o più.