Entro il 2100 le estati dell’emisfero settentrionale potrebbero durare sei mesi l’anno

Changes in average start dates and lengths of the four seasons in the Northern Hemisphere mid-latitudes for 1952, 2011 and 2100. Credit: Wang et al 2020/Geophysical Research Letters/AGU.

Secondo uno studio recentemente pubblicato, senza adeguati sforzi per mitigare il cambiamento climatico, estati della durata di sei mesi potrebbero diventare la normalità entro il 2100, con ripercussioni sull’agricoltura, sulla salute umana e sull’ambiente.

Negli anni ‘50, le quattro stagioni si alternavano nell’emisfero settentrionale secondo un ciclo armonioso e prevedibile. Ma il cambiamento climatico ora sta apportando modifiche importanti e irregolarità alla lunghezza e al momento di avvio delle stagioni, che potrebbero diventare più estreme nel futuro in base alle attuali tendenze del clima.

“Le estati stanno diventando più lunghe e calde e gli inverni più brevi e miti a causa del riscaldamento globale” ha detto Yuping Guan, fisico oceanografo presso lo State Key Laboratory di Oceanografia Tropicale, il South China Sea Institute of Oceanology, l’Accademia Cinese delle Scienze e primo autore del nuovo studio insieme al coautore Jiamin Wang.

I ricercatori hanno usato lo storico dei dati climatici quotidiani dal 1952 al 2011 per misurare le modifiche nella lunghezza e nell’inizio delle stagioni nell’Emisfero Settentrionale. Quindi, il team ha utilizzato gli attuali modelli di cambiamento climatico per predire le evoluzioni stagionali nel futuro. 

Secondo la ricerca, nel periodo osservato in media la lunghezza dell’estate è aumentata di 17 giorni, mentra quella dell’inverno, della primavera e dell’autunno sono rispettivamente diminuite di 3, 9 e 5 giorni.

Primavera ed estate sono iniziate prima, autunno e inverno sono iniziati dopo. Le modifiche maggiori sono state rilevate nell’area Mediterranea e sull’Altopiano Tibetano.

Se non si interverrà, i ricercatori ritengono che entro il 2100 gli inverni dureranno meno di due mesi e anche la lunghezza di primavera ed autunno continuerà a diminuire.

“Numerosi studi hanno già dimostrato che i cambiamenti nelle stagioni causano rischi significativi a livello ambientale e della salute” ha detto Guan. Per esempio, gli uccelli stanno modificando le abitudini migratorie e le piante sbocciano e fioriscono in momenti diversi. Questi cambiamenti possono creare dicotomie tra gli animali e le loro fonti di nutrimento, scardinando le comunità ecologiche.

Le trasformazioni stagionali possono anche influire negativamente sull’agricoltura, soprattutto quando le false primavere o le nevicate tardive danneggiano le piante in germoglio. E con periodi di crescita più lunghi, gli esseri umani saranno più esposti a pollini allergenici, mentre le malattie trasmesse dalle zanzare potrebbero espandersi nelle aree settentrionali.

Secondo Congwen Zhu, ricercatore nell’ambito dei fenomeni monsonici presso lo State Key Laboratory of Severe Weather e l’Institute of Climate System, presso l’Accademia Cinese delle Scienze Metereologiche di Beijing, che non è stato coinvolto nel nuovo studio “Un’estate più calda e lunga comporterà temperature elevate più frequenti ed intense. Inoltre, inverni più brevi e miti possono causare instabilità a sua volta origine di ondate di freddo e bufere di neve, come quelle recentemente verificatesi in Texas e Israele”.

“Questo è un buon punto di partenza per comprendere le implicazioni del cambiamento stagionale” ha detto Scott Sheridan, studioso del clima presso la Kent State University, che non ha partecipato al nuovo studio “è difficile concepire un aumento della temperatura di 2 – o 5 – gradi, ma ritengo che comprendere che questo potrebbe portare modifiche drammatiche a livello stagionale probabilmente abbia un impatto maggiore sulla percezione del cambiamento climatico”.

Fonte foto e articolo: https://news.agu.org/press-release/northern-hemisphere-summers-may-last-nearly-half-the-year-by-2100/

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.