Indice DESI 2022: l’Italia ha ancora tanta strada da fare

Come emerge dalle attività che AUA sta portando avanti a vari livelli, l’Associazione si sta fortemente impegnando da un lato in un’importante opera di sensibilizzazione sulla indispensabilità dell’evoluzione anche in senso tecnologico da parte degli Agenti e delle Agenzie, e dall’altro nell’elaborare strumenti adeguati ad accompagnare concretamente questo processo. AUA insiste fin dalla sua nascita – ma anche prima, a livello di singole Rappresentanze, se pensiamo all’accordo dati e al perimetro dell’accordo multicanalità – su questo aspetto. In ciò riconfermando la lungimiranza della propria strategia, dato che tale necessità di sviluppo, in effetti, si estende a tutti gli ambiti pubblici e privati del nostro Paese.

Il DESI è l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società introdotto dalla Commissione Europea nel 2014.

Nella classifica 2022 (dati 2021) l’Italia si pone al 18° posto (sui 27 Paesi membri), con un punteggio di 49,3. Lo scostamento rispetto alla media europea (52,3) indica che c’è ancora molta strada da fare, sebbene siano stati fatti parecchi progressi.

Secondo il Report, dagli indicatori emerge che l’Italia sta colmando il divario rispetto all’Unione europea in fatto di competenze digitali di base, che però ancora sono totalmente assenti in oltre la metà dei cittadini italiani. Inoltre, “la percentuale degli specialisti digitali nella forza lavoro italiana è inferiore alla media dell’UE e le prospettive per il futuro sono indebolite dai modesti tassi di iscrizione e laurea nel settore delle TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione)”

Progressi si sono registrati nella connettività (diffusione dei servizi a banda larga e realizzazione della rete), però “rimangono alcune carenze per quanto riguarda la copertura delle reti ad altissima capacità (compresa la fibra fino alla sede dell’utente), che è ancora molto indietro rispetto alla media UE, nonché rispetto all’obiettivo del decennio digitale di una copertura universale entro il 2030”.

Il 60% delle Pmi ha raggiunto almeno un livello base di “intensità digitale” (utilizzo delle tecnologie digitali); ma mentre l’utilizzo di servizi cloud ha registrato una considerevole crescita, la diffusione di big data e intelligenza artificiale è ancora alquanto limitata.

Fonte foto: Pixabay

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.