Nel 2015 i Paesi membri ONU sottoscrivevano i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Tra questi, il raggiungimento dell’uguaglianza di genere.
Coerentemente con questo impegno, nel 2021 l’Italia ha introdotto per le Aziende la Certificazione della parità di genere (Legge n. 162 del 5 novembre 2021), poi inserita nella Missione 5 del Pnrr “Inclusione e Coesione”, con la prassi UNI/PdR 125 2022.
La Certificazione attesta l’efficacia delle politiche e delle misure organizzative adottate dal datore di lavoro per ridurre il divario di genere, con particolare riferimento alle opportunità di carriera, ai livelli retributivi a parità di mansione, alle politiche per la gestione delle differenze di genere ed alla tutela della maternità.
Precisando che la certificazione è facoltativa, l’ottenimento porta però alle Imprese private alcuni interessanti vantaggi: sgravio contributivo fino a 50mila euro all’anno, un punteggio più elevato sia nell’accesso ad aiuti di stato e/o finanziamenti pubblici ed un miglior posizionamento nella graduatoria nei bandi di gara per l’acquisizione di servizi e forniture.
Per approfondire, si rimanda alla allegata G.U. n. 152 del 1° luglio 2022 (vedere da pag. 78)