Anche questa mattina mi sono svegliato sperando che fosse solo un incubo, e invece…
Questo subdolo nemico è davvero tra noi e anche oggi ci porterà dolore, sgomento e preoccupazione.
E quanta frustrazione per noi Agenti di assicurazione! Ancora una volta abbiamo dimostrato una flessibilità straordinaria. Tutto è accaduto così rapidamente. In pochi giorni, in piena emergenza e nell’incertezza crescente dettata da decreti via via più stringenti, abbiamo organizzato al meglio la nostra attività per fronteggiare una grande sfida: coniugare la continuazione del servizio con il rispetto delle precauzioni igieniche e sanitarie necessarie per noi e per i nostri collaboratori. Mentre il panico dilagava abbiamo corso per recuperare il tempo perduto, ci siamo spesso rimproverati per non esserci attrezzati meglio prima, quando eravamo lucidi e sereni, ma adesso stiamo lavorando da casa e siamo spesso stupiti nel constatare che in fin dei conti è anche possibile farlo!
Stupiti sì ma non certo soddisfatti, perché sentiamo che questa modalità di relazione col resto del mondo contraddice la nostra più intima natura: può essere un complemento del nostro lavoro ma non può sostituirlo! Noi siamo Agenti di assicurazioni e ci sentiamo completamente realizzati solo quando possiamo spostarci liberamente, incontrarci apertamente, stringere le mani dei nostri clienti, e così anche continuare ad imparare, a crescere, ad incidere sulle nostre comunità. Siamo fatti per agire, per fare programmi, non per rimanere inerti di fronte ad un PC.
Per noi non è certo “business as usual”, insomma, ma siamo orgogliosi di riuscire ancora a garantire la continuità del nostro servizio ad un Paese già stremato dal virus e dare così pieno significato al “ruolo sociale” dell’assicurazione. Ma abbiamo anche la consapevolezza di un altro compito che ci attende: adesso, e ancora per qualche tempo, il nostro Paese verrà sorretto dal senso di novità di questa surreale emergenza, con il carico di tensione emotiva che ha portato; ma siamo grandi e sappiamo che non durerà: presto subentrerà la noia e poi dilagherà lo sconforto. Come leader nelle nostre Agenzie, nella nostra società, nelle nostre famiglie avremo anche la responsabilità di aiutare chi ci sta vicino a fronteggiare la depressione incipiente e di iniziare a pensare positivamente alla ripresa che, prima o poi, sicuramente ci sarà.
Già, la ripresa! Ma quale società ci sarà? Probabilmente sbaglia chi afferma che il mondo cambierà dopo il COVID 19: il mondo è già cambiato. Questa epidemia è uno spaventoso acceleratore di tendenze in parte già presenti nella nostra società. In pochi mesi stanno accadendo cambiamenti sociali che avrebbero impiegato anni a compiersi e noi ne usciremo diversi. Capiamo che non si tratta soltanto di stare fermi in attesa che “passi la nottata”, di spostare di qualche mese i nostri obiettivi. Nelle nostre Agenzie avremo la necessità di pensare ad una politica commerciale nuova e brillante che assecondi la ripresa della nostra relazione con una clientela sicuramente spaventata e probabilmente impoverita. Per questo occorreranno Agenzie vitali; ma sappiamo che le Agenzie vivono di sviluppo e quindi anche noi saremo più deboli perché ci attende un periodo probabilmente lungo di recessione. Sarà forse necessario approntare una sorta di “piano Marshall” per dotarci delle risorse necessarie e penso che Unipol non ci deluderà.
Penso che le nostre esperienze di vita abbiano preparato ciascuno di noi ad affrontare questa emergenza, per quanto grave e completamente nuova essa sia.
Penso che mai come in questo momento dobbiamo compiacerci di appartenere ad una grande comunità di colleghi che condividono gli stessi obiettivi.
Penso che sarà davvero dura ma che tutti insieme abbiamo la possibilità di riuscirci.
Un “fermo” abbraccio.