Il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir) ha annunciato a fine marzo l’avvio di un’indagine per capire chi sia dietro la costruzione e la diffusione sui social delle innumerevoli fake news sul Coronavirus e quali finalità abbia questa attività; la Presidenza del Consiglio, inoltre, ha deciso di attivare una task force che – con l’ausilio della Polizia Postale – possa individuare le cosiddette “fonti tossiche” ed interromperne il flusso.
Ognuno di noi ha avuto e sta avendo ancora modo di subire direttamente l’incessante bombardamento di fesserie complottiste o consigli demenziali iniziato con la pandemia e ben lungi dall’essere terminato.
Fortunatamente, da quelle persone serie, senzienti e dotate di raziocinio che siamo, abbiamo gli strumenti per orientarci e la capacirtà di conservare le facoltà di discernimento. Ma è sufficiente dare uno sguardo a certi post e relativi commenti per capire che non tutti resistono al complottismo ammaliatore.
Le fake news possono essere scritte in maniera più o meno accurata ed attraente.
A volte sono corredate da foto o video autentici, ma assolutamente non attinenti a ciò di cui si parla.
Spesso attraggono l’attenzione con un titolo che afferma una “verità” che poi nel testo non viene in alcun modo suffragata.
Talora vi si trova qualche numero disseminato qua e là, perché il dato fa tanto esperto.
Le fonti di solito non si citano; se si citano, sono fraudolente oppure sono “autoreferenziali” (ovvero riconducibili all’autore stesso della fake news, normalmente ammantato di titoli e qualifiche tali da suggerire una inesistente autorevolezza).
Qualche volta si pongono come un amichevole e suadente (grosso modo sullo stile del Gatto e la Volpe) invito alla riflessione basato non su elementi concreti ma su una serie di congetture e di punti interrogativi.
Non di rado vengono introdotte con “Nessuno te lo ha detto…” o variazioni sul tema.
Ma hanno degli elementi comuni.
Tutte, senza esclusione, cercano di far leva sulle nostre paure.
E tutte sono invece pericolose. Perché possono indurci a comportamenti concreti rischiosi per la nostra stessa salute, per la nostra situazione finanziaria o possono – se siamo in una situazione di particolare vulnerabilità fisica, sociale, culturale o economica – indurre in noi uno stato di ansia e disperazione che può toccare anche livelli drammatici.
“Dietro” (a manovrare le leve delle nostre sventure) ci sono sempre “loro” (che cambiano di volta in volta), che hanno invariabilmente finalità e turpi scopi che noi, ingenui, non riusciamo a vedere… ma che ci vengono rivelati da sedicenti ed estemporanei economisti, virologi, medici, politologi.
E poi vengono condivisi da persone ora annoiate, ora spaventate, ora desiderose di qualche secondo di celebrità, ora in buona fede convinte di dare una mano ma totalmente inconsapevoli del danno che si può fare con un semplice clic su “condividi”.
Ora animate dall’autentica (quella sì) volontà di aggregare nel nome del terrore, nell’individuazione di un nemico comune da combattere.
D’altro canto se nel 2020 si riesce davvero a convincere qualcuno che la Terra è piatta, far credere che il Coronavirus sia stato costruito in laboratorio per decimare la popolazione anziana, che non esista proprio e sia una strategia per affossare la nostra economia o che i gargarismi con la candeggina siano un’efficace pratica preventiva (tanto per citare solo tre “teorie”) diventa praticamente un gioco da ragazzi.