
In occasione del Trieste Eastern Europe Investment Forum, incentrato sul ruolo di investimenti e finanza nel recupero post pandemia, il Direttore Generale ANIA Dario Focarelli ha presentato lo scorso 9 giugno alcune proposte di riflessione elaborate dall’Associazione delle Imprese.
Il quadro non è affatto semplice e al momento le prospettive difficilissime da delineare. Secondo l’economista Kenneth Rogoff, l’economia globale sta vivendo il peggior crollo dell’ultimo secolo, ma tutto dipende da quanto durerà la crisi: se si protrarrà ancora a lungo, rischia di essere la madre di tutte le crisi finanziarie.
L’emergenza Coronavirus sta determinando un trend ribassista del mercato ed una recessione la cui durata non è ancora prevedibile, con ripercussioni sulla sostenibilità del debito. L’ANIA ritiene che il settore assicurativo possa fare la propria parte nell’erogare servizi essenziali, garantire liquidità e solvibilità ed affrontare le sfide future, ma le compagnie stanno a loro volta affrontando una serie di difficoltà connesse alla pandemia.
Il fatto che in molti Paesi europei i servizi assicurativi siano stati definiti “essenziali” presenta contemporaneamente l’aspetto positivo di rafforzamento del ruolo sociale dell’assicurazione e quello negativo di una visione del settore come una utilità pubblica e non come un mercato privato ben funzionante.
Durante la pandemia diversi Governi hanno esortato le Compagnie ad una lettura “generosa” delle clausole contrattuali per garantire ai clienti la copertura dei danni da Covid-19, e l’eccezionale volatilità dei mercati finanziari sta impattando sulla liquidità delle compagnie.
Inoltre l’industria assicurativa – come tutti gli altri settori – sta sperimentando un forte calo nella nuova produzione e il ritardo o la sospensione dei pagamenti da parte degli assicurati, ma tiene comunque fede ai propri impegni nei tempi previsti ed offre strumenti di supporto e liquidità alle reti di vendita e ai clienti.
Un intensificarsi della recessione globale potrebbe comportare un riscatto anticipato o una sospensione dei versamenti delle polizze Vita, cosa che potrebbe tradursi in una compressione della liquidità delle Imprese e/o una vendita forzata di titoli in un mercato depresso.
Le valutazioni delle azioni scendono, i tassi di rischio più bassi/negativi e gli spread creditizi più ampi creano rischi di gestione della responsabilità patrimoniale rilevanti per gli assicuratori Vita, e la reazione dei coefficienti patrimoniali si modifica in base al variare delle condizioni di mercato.
Sebbene Solvency II sia il quadro di riferimento più sofisticato, è tuttavia molto sensibile alla volatilità dei mercati finanziari. L’impianto normativo è attualmente sottoposto ad una generale revisione che si sarebbe dovuta concludere entro il corrente anno, ma nel frattempo è emersa la necessità di una implementazione tesa a contrastare gli effetti prociclici di un sistema basato su puntuali valori di mercato, applicati ad un settore il cui business ha un orientamento prevalentemente a lungo termine. Le ampie fluttuazioni cui si è assistito durante il mese di marzo inducono ad una riconsiderazione dei meccanismi del Volatility Adjustment, del calcolo dei margini di rischio e del trattamento delle azioni e delle tasse differite. Appare irrealistico, dunque, ipotizzare che la revisione di Solvency II sia completata nei termini previsti ed è preferibile adottare un approccio di correzione rapida dei punti critici.
ANIA indica alcune alcune sfide per il futuro che l’inattesa pandemia ha posto.
Rendere l’assistenza sanitaria disponibile ed accessibile a tutti: un aumento dei servizi di telemedicina potrebbe incoraggiare la popolazione attualmente non assicurata; inoltre l’emergenza Coronavirus potrebbe indurre le persone a riconsiderare le proprie necessità di copertura sia per quanto riguarda le polizze sanitarie in genere sia le assicurazioni Vita o per le malattie critiche.
Sviluppare coperture contro le epidemie: ciò impone certamente una riflessione sul modo più efficace di proteggere individui e aziende rispetto a tali evenienze, tenendo però presente l’imprescindibilità di un supporto pubblico in tal senso, e sull’individuazione della tipologia di prodotto, del corretto pool geografico e del modo migliore di coinvolgere i mercati finanziari.
Offrire una migliore protezione alla popolazione anziana con tassi di interesse “più bassi per più tempo”: le polizze vita e i prodotti di rendita potrebbero essere utilizzati per coperture a lungo termine (e/o sanitarie), rendendo disponibile la prestazione caso morte o il valore in contanti laddove le cure non fossero mai/o fossero parzialmente utilizzate.
Supportare un piano di ripresa globale (UE) che integri la transizione green e la trasformazione digitale, soddisfacendo sia gli obblighi di finanziamento sia gli obblighi fiduciari: gli investitori a lungo termine potrebbero bilanciare le proprie passività investendo in questo tipo di piano, normato da un regolamento – ed è un punto cruciale – che non penalizzi gli investimenti a lungo termine costringendo ad una valutazione annuale; inoltre potrebbero rivelarsi efficaci incentivi fiscali per gli investitori finali che accettino di introdurre nelle proprie politiche un certo grado di illiquidità.