
L’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ha appena pubblicato la XV edizione del rapporto sugli indicatori del clima in Italia, basato sui dati 2019.
Durante lo scorso anno si è registrata una temperatura superiore alla media, con un picco tra il 26 e il 29 giugno in cui le temperature massime hanno segnato nuovi record assoluti in
diverse località del nord-ovest e del settore alpino, con eventi atmosferici estremi rilevanti (in particolare precipitazioni) nei mesi di ottobre e novembre.
Il 2019 è stato il terzo anno più caldo dal 1961 (dopo il 2018 e il 2015) e il ventitreesimo
anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla norma; i maggiori aumenti di temperatura si sono verificati in autunno (+1.77°C) e in estate (+2.88°C). Analoghe anomalie positive hanno riguardato la temperatura superficiale dei mari italiani: il 2019 si colloca al settimo posto nella serie storica (+0,83°C), con un picco in luglio di + 1,9°C.
Diminuiscono le notti e i giorni freddi ed aumentano le notti e i giorni caldi.
Anche per piovosità si è distinto lo scorso anno, ponendosi all’undicesimo posto dal 1961: precipitazioni complessivamente superiori alla media del + 12%, ma al Nord si è registrato un +21% (al quinto posto). E tuttavia, alcuni mesi sono stati più secchi rispetto alla norma: giugno (soprattutto al Centro Italia -86%), marzo (soprattutto al Centro – 76% e al Nord -72%), febbraio, gennaio limitatamente al Nord ed al Centro, ed agosto.
Autunno e primavera più piovosi (+47% e +19%), inverno (-37%) ed estate più secchi.
Fonte foto:
Centro Previsione e
Segnalazione Maree – Comune di Venezia