Indagine ISTAT di sieroprevalenza Covid

Lo scorso 3 agosto 2020 l’ISTAT ha pubblicato i primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza sul SARS-COV-2 (periodo 25 maggio 2020-15 luglio 2020).

Il lavoro è stato congiuntamente portato avanti dall’Istituto di statistica, dal Ministero della Salute e dalla Croce Rossa, ciascuno per le rispettive competenze.

L’indagine – come spiega l’ISTAT – effettuata su un campione di 64.660 soggetti che hanno effettuato il prelievo e il cui esito è pervenuto entro il 27 luglio, vuole definire la proporzione di persone nella popolazione generale che hanno sviluppato una risposta anticorpale contro SARS-CoV-2, attraverso la ricerca di anticorpi specifici nel siero. La metodologia adottata consente, oltre che di valutare il tasso di sieroprevalenza per SARS-CoV-2 nella popolazione, di stimare la frazione di infezioni asintomatiche o subcliniche e le differenze per fasce d’età, sesso, regione di appartenenza, attività economica nonché altri fattori di rischio.

Sebbene la platea coinvolta nella ricerca sia numericamente inferiore rispetto a quanto inizialmente previsto – a causa delle condizioni emergenziali in cui l’indagine si è svolta – tramite specifiche tecniche post-stratificazione è stato possibile produrre stime coerenti sia con i dati di contagio e di mortalità da SARS-CoV-2, sia con i risultati prodotti da indagini condotte a livello locale in alcune realtà del Paese, nonché da analoghe indagini svolte nel panorama internazionale.

Sono 1.482.000 le persone sieroprevalenti, cioè che hanno sviluppato gli anticorpi per il SARS-CoV-2 (IgG positivo), ovvero il 2,5% della popolazione residente in famiglia (escluse le convivenze); quindi è entrato in contatto con il virus un numero di soggetti 6 volte superiore rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia.

In Lombardia la sieroprevalenza ha raggiunto il tasso più elevato (7,5%), rappresentando da sola il 51% di tutti coloro che hanno sviluppato anticorpi. In questa regione si è concentrato il 49% dei morti per il virus e il 39% dei contagiati ufficialmente intercettati durante la pandemia. A Bergamo e Cremona si sono raggiunte percentuali di sieroprevalenza del 24% e 19%.

A livello nazionale, non si è registrata nessuna sostanziale differenza di genere. Per quanto riguarda le fasce di età, i bambini fino a 3 anni e le persone oltre gli 85 hanno evidenziato l’incidenza minore (rispettivamente 1,3% e 1,8%), secondo l’ISTAT in quanto meno tenuti più protetti dal contagio. Il tasso maggiore nelle persone tra i 50 e i 59 anni (3,1%).  

I servizi di ristorazione e accoglienza segnano un’incidenza del 4,2%.

Il contatto con persone affette da Covid-19 aumenta decisamente la possibilità di sviluppare gli anticorpi (sieroprevalenza del 16,4% in questi casi). La percentuale aumenta fortemente in caso di convivenza con congiunti infettati (41,7%). 

I contatti con colleghi di lavoro o pazienti affetti dal virus aumentano la prevalenza rispetto alla media (11,6% e 12,1%). 

Il 27,3% delle persone che ha sviluppato anticorpi non ha avuto alcun sintomo, ma gli asintomatici possono contagiare altre persone.

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.