Non bisogna cadere nella trappola della dialettica tra la tutela della salute e la tutela dell’economia.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – intervenuto il 19 ottobre all’Assemblea annuale ANIA – ha rassicurato sul fatto il Governo sta lavorando sia per assicurare una adeguata e più efficiente risposta sanitaria alla pandemia, sia per proteggere il tessuto sociale del Paese in modo da attutirne per quanto possibile le ripercussioni recessive sulla capacità produttiva delle imprese.
Nella consapevolezza che la programmazione di impresa richiede tempi lunghi e che è ancora necessario garantire comfort e sostegno all’occupazione in questa fase tuttora incerta, nel disegno di legge di bilancio sono state incluse misure come l’esenzione dal versamento dei contributi previdenziali a carico delle imprese per le assunzioni di lavoratori con meno di 35 anni su tutto il territorio nazionale.
È stato istituito un fondo di 4 miliardi di euro a sostegno dei settori maggiormente colpiti durante l’emergenza covid-19, ed è stato stanziato un miliardo e mezzo di euro per le attività di internazionalizzazione delle imprese.
Sono stati prorogati i termini di accesso alle garanzie pubbliche fornite dal fondo garanzia PMI e le misure a sostegno della patrimonializzazione delle piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale produttiva del Paese.
Poiché per affrontare i problemi bisogna conoscerli, il messaggio trasferito dal mondo assicurativo appare particolarmente meritorio: non può esservi resilienza senza consapevolezza e senza cultura del rischio.
Si evidenziano nuove necessità di protezione e di assistenza indotte dall’invecchiamento, dalle grandi trasformazioni del mercato del lavoro, dalle evoluzioni tecnologiche, dai cambiamenti climatici: tutti ambiti rispetto ai quali il settore assicurativo può dare un grande contributo.
Vi è un divario digitale, infrastrutturale e territoriale non più sostenibile, che deve essere colmato .
“È arrivato il momento di dare risposta alla legittima domanda dei nostri giovani di poter ereditare un pianeta più giusto, più sicuro, di poter essere protagonisti del loro futuro” ha affermato Conte, riconoscendo che la crisi pandemica ha reso ancor più consapevoli delle carenze strutturali, dei ritardi cronici, della preoccupante perdita di velocità nella capacità di innovazione e di slancio progettuale, della insufficiente spesa in ricerca e sviluppo e dei limiti dimensionali delle imprese italiane.
L’ambizioso piano nazionale di ripresa che il Governo – assicura il Presidente del Consiglio – sta mettendo a punto, non può essere attuato ed articolato senza il contributo di tutti i settori produttivi del Paese e, a maggior ragione, di chi opera nell’ambito assicurativo il cui core business è fortemente legato al concetto di resilienza.
Torna quindi alla ribalta l’ipotesi di un partenariato pubblico-privato, nel quale l’attore pubblico si impegnerà a semplificare il quadro normativo e regolatorio e gli attori privati potranno concorrere attivamente all’opera di trasformazione e modernizzazione del Paese. Chissà se è la volta buona.