
EIOPA ha appena pubblicato il Report 2020 sui trend osservati nel comportamento dei Consumatori, la cui traduzione iniziamo a riproporvi.
Secondo l’Authority europea, la crisi Covid-19 ha avuto e continua ad avere in tutta Europa un significativo impatto sociale, economico e finanziario, che a sua volta sta causando effetti diretti e indiretti sul settore assicurativo, per le Compagnie, gli Intermediari e i Consumatori.
Sebbene sia ancora difficile determinare pienamente l’impatto della crisi ed i conseguenti trend nel comportamento dei consumatori, è stata osservata una serie di elementi nel settore ed altri potrebbero emergere nel prossimo futuro.
A causa della natura estrinseca dell’attuale crisi, le evoluzioni cui nel 2020 si è assistito nel comportamento dei consumatori e nei mercati assicurativi e previdenziali sono dettate da fattori esterni che includono:
- cambiamenti “forzosi” nelle abitudini dei consumatori che impattano con le loro esigenze assicurative
- deterioramento della disponibilità economica dei consumatori e della liquidità dei lavoratori
- shock dei mercati e bassi tassi di interesse per un periodo continuativo e prolungato, con un impatto diretto sulla redditività delle Compagnie e sui fondi pensione
Questi fattori stanno influenzando trend rilevanti, degni di attenzione a causa delle specifiche criticità connesse alla continuità di business, alla resilienza operativa e al rischio di frodi.
A fronte di una diminuzione del reddito in disponibilità dei consumatori, i Governi e le Compagnie di assicurazione hanno messo in campo misure per bloccare o rinviare il pagamento dei premi, soprattutto per quanto riguarda le polizze Vita.
Anche i versamenti pensionistici sono stati in alcuni casi rinviati e gli aderenti hanno avuto la possibilità di sospendere o di procrastinare le contribuzioni a fronte del perdurare dell’emergenza.
In aggiunta alle misure attuate dal Governo e dalle Autorità competenti, in Italia alcune Compagnie hanno offerto la sospensione o la rateizzazione del pagamento dei premi e l’estensione della copertura, particolarmente nelle aree più colpite dalla crisi.
Simili provvedimenti hanno prodotto un generalizzato decremento dei premi in tutta l’Unione Europea. Nella prima metà del 2020, la raccolta lorda Vita ha evidenziato un calo del -11,4% sul precedente anno, mentre quella Danni è aumentata del 3,3%.
Importanti diminuzioni nel Vita possono essere osservate negli Stati membri dove le misure di lockdown sono state più stringenti, registrando un significativo crollo del tasso medio annuo di crescita (-11,5% in Francia, -5,4% in Italia, -4,1% in Spagna), mentre in altri – come ad esempio la Svezia – la raccolta Vita è cresciuta. I Danni sono aumentati in 22 Stati.
Gli andamenti nelle raccolte premi nei differenti trimestri mostrano con grande chiarezza il possibile impatto delle misure di lockdown sulla crescita della raccolta premi:
- Tra il primo e il secondo trimestre 2020, la raccolta lorda Vita è diminuita in tutti gli Stati membri (mediamente del -21,6%)
- Il calo rispetto al precedente anno è stato maggiore nel secondo trimestre, con un decremento nel Vita del -21% rispetto al pari periodo del 2019 (-2% tra il primo trimestre 2020 rispetto a quello 2019)
- Dopo la crescita registrata tra il quarto trimestre 2019 e il primo trimestre 2020, la raccolta Danni è crollata del -37% nel secondo trimestre 2020
Assunto che i consumatori hanno dovuto modificare abitudini e comportamenti, durante la prima fase del lockdown e poi in quella di “convivenza con la pandemia”, le loro esigenze assicurative potrebbero essere cambiate.
La crisi ha inoltre messo in luce la necessità di aumentare la trasparenza e ridurre la complessità dei prodotti, implementando al contempo le iniziative di educazione finanziaria, essendo emersi una serie di criticità legate ad una carenza di chiarezza per quanto riguarda le esclusioni di polizza ed un dislivello tra le aspettative dei clienti e le coperture. Ciò potrebbe condurre ad una semplificazione e alla standardizzazione dei prodotti e dei contratti, migliorando la comparabilità e la comprensione da parte dei consumatori ma sollevando anche preoccupazioni sull’effettiva adeguatezza di prodotti più semplici e standardizzati ai bisogni di specifici target market , richiedendo un attento bilanciamento tra questi due obiettivi ed un’attenzione più ravvicinata da parte degli organi di supervisione. Infine, mentre la crisi continua a dispiegarsi e le perdite negli investimenti impattano sulla redditività delle Compagnie, esistono preoccupazioni per possibili futuri rischi di gestione da parte delle Imprese, ad esempio legati ad una maggiore propensione verso la distribuzione di prodotti senza garanzie e/o prodotti ibridi con strutture complesse di remunerazione, incentivazione delle vendite ed un aumento delle attività di cross selling.
Considerando la necessità di garantire un approccio di tipo olistico, le Compagnie potrebbero anche ipotizzare di “assorbire” le perdite di introiti rivolgendosi a modelli di business più efficienti per rispondere ai requisiti di solvibilità. Nel farlo, potrebbero far leva su strumenti digitali avanzati nel design di prodotto (ad esempio, per una maggiore accuratezza nella tariffazione) e nella gestione dei sinistri ingenerati dalla crisi per abbassare i propri costi.
A fronte del possibile aumento delle spese per i sinistri dato dall’improvviso spostamento verso la gestione in remoto e considerando che gli investimenti nelle tecnologie digitali dovranno essere ammortizzati, al momento gli indici di spesa non manifestano eccessive fluttuazioni e restano elevati per una serie di linee di business. Comunque, se in futuro una maggiore efficienza dovesse essere raggiunta in ragione dell’adozione di modelli di business di tipo più digitale, la diminuzione dei costi potrebbe consentire alle Compagnie di continuare a perseguire modelli di business consumatore-centrici, nonostante una maggiore pressione nella ricerca di redditività.