Definitivamente cambiate le abitudini di acquisto

Febbraio 5, 2021by Alessandra Schofield
Risultato immagini per shopping digitale

Proseguiamo con l’approfondimento dei cambiamenti negli ambiti produttivi e dei servizi che – secondo McKinsey – la pandemia ha apportato e che sono probabilmente destinati non solo a durare, ma ad essere accentuati nel futuro.

In nove dei 13 principali Paesi (Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Sud Africa, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti) nei quali McKinsey ha svolto la propria ricerca, almeno i ⅔ dei consumatori affermano di aver sperimentato nuove modalità di acquisto e in tutti e 13 oltre il 65% ha intenzione di continuare su questa strada. 

Gli Stati ove meno dei ⅔ dei soggetti intervistati ha adottato nuove abitudini di acquisto sono il Regno Unito (63%), la Francia (56%), la Germania (50%) e il Giappone (30%).

Il che, per inciso, significa che in Italia la spinta al cambiamento è stata particolarmente significativa. 

Ciò implica per le aziende che non hanno individuato nuovi modi di raggiungere i consumatori la necessità di affrettarsi in tal senso o verranno lasciate indietro.

Ci si attende che nei mercati emergenti – come il Brasile e l’India, per esempio – la pandemia accelererà lo shopping digitale, partendo da una base ridotta di fruitori. I consumatori nell’Europa continentale hanno aumentato gli acquisti on line ma non sembrano così entusiasti di continuare a farlo come in Inghilterra e negli USA.

Il cambiamento di direzione verso lo shopping digitale è reale e nella maggior parte dei casi duraturo. Negli Stati Uniti, nel 2019 si prevedeva per il 2024 una penetrazione dell’e-commerce attorno al 24%; nel luglio 2020 ha raggiunto il 33% di tutti gli acquisti retail.

Insomma, nella prima metà del 2020 si è visto un incremento nell’e-commerce equivalente a quello previsto in un decennio.

In America Latina, dove le infrastrutture per i pagamenti e le consegne non sono ancora molto sviluppate, l’e-commerce è comunque raddoppiato passando dal 5 al 10%.

In Europa l’accelerazione nell’adozione dei sistemi digitali è praticamente universale: il 95% in confronto all’81% di inizio pandemia.

In condizioni normali, raggiungere quel livello avrebbe richiesto due o tre anni. Sorprendentemente, i maggiori incrementi si sono rilevati nei Paesi finora relativamente cauti rispetto agli acquisti on line. Germania, Romania e Svizzera, per esempio, prima della crisi Covid-19 avevano il più basso indice di penetrazione on line; da allora, l’utilizzo è aumentato rispettivamente del 28%, 25% e 18%, con un incremento maggiore rispetto a tutti gli altri mercati.

Scavando più a fondo, tuttavia, è bene fare attenzione ad alcuni elementi come la forte carenza di fidelizzazione al marchio tra i compratori on line. Secondo un’altra recente indagine McKinsey, solo il 60% delle aziende ritiene di essere moderatamente preparato a cogliere le opportunità di crescita dell’e-commerce.

Come un Dirigente ha affermato “Quando è il momento di vendere direttamente ai consumatori, in realtà non sappiamo da dove cominciare”. Questa è una preoccupazione certamente fondata. La vendita diretta richiede lo sviluppo di nuove competenze, capacità e modelli di business e tariffazione. Ma la direzione è chiara: molti consumatori si stanno muovendo on line. Per raggiungerli, le Compagnie devono scendere sul loro stesso terreno. 

Alessandra Schofield

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, da oltre vent'anni sono vicina alle realtà associative di primo e di secondo livello degli Agenti d’assicurazione, prestando consulenza professionale nell’ambito della comunicazione. All’attivo ho anche un’esperienza nel mondo consumeristico. Attualmente collaboro con AUA Agenti UnipolSai Associati, dedicandomi a questo grande e coinvolgente progetto con passione ed entusiasmo.