
L’obiettivo di contrastare l’evasione dell’obbligo RCA è pienamente condiviso dall’ANIA: si tratta di un fenomeno socialmente inammissibile, che crea gravi danni al sistema perché l’onere dei sinistri viene ripartito su un numero inferiore di utenti, riducendo l’accessibilità complessiva delle polizze ed il beneficio della mutualità e aggrava le differenze territoriali.
È quanto ha dichiarato Bianca Maria Farina, nel corso della recente audizione ANIA presso la Camera.
Secondo l’Associazione delle Imprese, occorre un controllo continuo da parte delle Forze dell’Ordine, anche avvalendosi delle nuove tecnologie, ma soprattutto indispensabile è la realizzazione di un archivio informatico centralizzato, che dovrebbe raccogliere tutte le sanzioni per guida senza assicurazioni comminate dalla Polizia Stradale, dalla Polizia Municipale e dai Carabinieri.
Secondo le stime ANIA, nel 2019 i veicoli non assicurati sono stati pari a circa 2 milioni, ovvero circa il 5,9% del totale dei veicoli circolanti. Il dato è rimasto stabile rispetto all’anno precedente, ma a fronte della media nazionale questo valore raggiunge anche il 9,4% al Sud e scende fino al 3,8% al Nord. Nella stima non sono inclusi i veicoli non circolanti per motivi diversi e che quindi, correttamente, non sono assicurati.
La circolazione dei veicoli senza copertura comporta un mancato incasso di premi che può essere stimato in circa 1 mld di euro, con effetti indiretti negativi sul vantaggio tariffario derivante dalla mutualità assicurativa, dal momento che l’onere dei sinistri viene spalmato su un numero più ristretto di utenti, accentuando appunto il divario territoriale dei prezzi sulle zone a più alta incidenza del fenomeno.
A questo si deve aggiungere anche il mancato gettito per le finanze pubbliche, che si può stimare tra i 280 e i 300 mln di euro.
ANIA da anni intraprende iniziative in collaborazione con le Forze dell’Ordine per combattere il fenomeno. In particolare tramite la Fondazione ANIA, che alla fine del 2018 ha approvato un progetto triennale, fornendo strumenti tecnologici innovativi che consentono di controllare cento targhe al secondo fra tutte le auto circolanti.
Durante il 2020 sono stati effettuati 1.760.000 controlli, sulla base dei quali sono stati individuati 32.500 veicoli non assicurati e 84.000 veicoli privi della regolare revisione.
La procedura potrebbe essere di gran lunga potenziata utilizzando tutti i dispositivi telematici oggi già disponibili, ad esempio Telepass e autovelox, per l’accertamento a distanza della violazione dell’obbligo assicurativo RCA, evitando inoltre i rischi di duplicazione della sanzione nel caso in cui la targa di un veicolo circolante venga fotografata da più di uno di questi strumenti.
A tal fine, serve una omologazione dei dispositivi tramite un decreto del ministero dei Trasporti d’intesa con il ministero dell’Interno.
L’auspicio è che il disegno di legge in discussione venga rafforzato e razionalizzato, introducendo la stessa disciplina applicata per contrastare le frodi RC Auto, in base alla quale si affidò all’IVASS il compito di creare un archivio integrato antifrode di tutte le banche dati ritenute utili a questo obiettivo.
Per contrastare l’evasione dell’obbligo a contrarre, attualmente già si potrebbero integrare la banca dati dei veicoli immatricolati e assicurati del Ministero dei Trasporti, gestita dalla Motorizzazione, la banca dati dei proprietari dei veicoli gestita dal PRA e la banca dati della stessa ANIA delle coperture assicurative.
L’Associazione, inoltre, propone il collegamento fra le banche dati che memorizzano le sanzioni per guida senza assicurazione.
Analogamente, le segnalazioni di discordanza tra targhe e assicurazioni, che la proposta di legge attualmente prevede solo per i Comuni, dovrebbero essere estese anche alle Forze dell’Ordine.