Il Rapporto Annuale ISTAT 2022 riconferma ed evidenzia le profonde trasformazioni demografiche in atto.
L’indice di vecchiaia (persone dai 65 anni in su/100 giovani di età inferiore a 15 anni) è pari al 187,9% al 1° gennaio 2022 (+56% in venti anni), e per i prossimi 20 anni si prevede un ulteriore e significativo aumento (293% nel 2042).
Attualmente le persone dai 65 anni in poi sono 14 milioni e 46 mila (23,8% della popolazione totale); l’incidenza prevista nel 2042 è del 34%.
7 persone su 10 – nella fascia di età 65-74 anni – sono completamente autonome nel quotidiano, sia per quanto riguarda la cura di sé che le attività domestiche. Dopo gli 85 anni l’indice di autonomia crolla al 13%. Le donne appaiono maggiormente svantaggiate, così come le persone con un livello di istruzione più basso e quelle residenti al Sud.
Commenta l’ISTAT “Si attesta al 17% la quota di anziani che per la ridotta autonomia ricorrono ad aiuti
a pagamento (circa 1 milione), quota che aumenta quando gli anziani vivono soli (25,7%), oppure quando le difficoltà sono gravi (23,6%) e riguardano quelle essenziali della cura personale (35,8%). L’accesso agli aiuti a pagamento dipende ovviamente dallo status sociale e dalle disponibilità economiche della famiglia in cui vive la persona con problemi di autonomia. Ne usufruiscono in misura maggiore gli anziani con redditi elevati (21,6% appartenenti al quinto di reddito più elevato contro l’11,2% del primo quinto di reddito) e livello di istruzione medio-alta (22% contro 15,9%)“.