Aziende agricole a rischio climatico. Lo scorso 26 maggio il Segretario Generale IVASS Stefano De Polis è intervenuto alla Convention Venti23 di Claim Expert “Il mercato assicurativo alla luce delle nuove riforme e dei cambiamenti ambientali“. Temi dell’evento, quest’anno alla sua seconda edizione, riforma RCA, Rischi Agricoli, ESG, Polizze Danni e Responsabilità Sociale, Danno alla Persona e Risarcimento Etico Sostenibile.
L’intervento di De Polis è integralmente disponibile a questo link. Ne riprendiamo alcuni dati e passaggi.
De Polis, evidenziando la sempre maggiore frequenza a livello nazionale di eventi come quello che proprio in questi giorni sta interessando l’Emilia Romagna, ha sottolineato che “le estrapolazioni basate su dati storici meteoclimatici, tradizionalmente utilizzate dalle compagnie di assicurazione per stimare i rischi, non sono più in grado di apprezzare i potenziali effetti del cambiamento climatico“.
Agricoltura: un settore tanto importante…
Tra i settori più esposti agli effetti degli eventi atmosferici estremi vi è senz’altro quello agricolo. Occorre dunque elaborare modelli di rischio climatico, innovare prodotti e coperture e favorire lo sviluppo di una cultura di gestione e valutazione dei rischi climatici, migliorando così la tariffazione delle polizze e ottimizzando le azioni di mitigazione dei rischi da parte delle imprese agricole.
Uno sguardo ai dati 2020 relativi al comparto agricolo in Italia e alla produttività nel 2021 e nel 2022, ne evidenzia l’importanza.
- 1,1 milioni di aziende agricole attive, che coltivavano oltre un terzo del territorio italiano (12,5 milioni di ettari); nel 93,5% si tratta di imprese individuali o familiari. Le aziende agricole del Mezzogiorno sono più piccole di circa un terzo di quelle del Nord in termini di superficie coltivata ma, come si vede di seguito, rappresentano la maggioranza
- A livello territoriale:
- 301.000 le aziende agricole del Nord Italia (soprattutto in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia, quindi il 27% del totale per una superficie coltivata pari al 36% su quella nazionale
- 179.000 le aziende agricole del Centro Italia; 16% del totale per una superficie coltivata pari al 17% di quella nazionale
- 652.000 le aziende agricole del Sud/Isole; il 57% del totale per una superficie coltivata pari al 47% di quella nazionale
- Nel 2022 il prodotto di agricoltura, silvicoltura e pesca ha inciso per l’1,96% sul PIL e ha impiegato 1,3 milioni di persone
- L’export dell’agricoltura made in Italy è notevolissimo:
- nel 2021 le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani hanno sfiorato i 53 miliardi di euro, segnando poi un +14,8% nel 2022 con 61 miliardi di euro.
- Pasta, pane, biscotti e tutti i prodotti derivati dai cereali costituiscono il 16% dell’export totale, i vini il 13%
… quanto sottoassicurato
Eppure, questo settore così importante è fortemente sottoassicurato, come emerge dalle fonti ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), riprese da Signorini.
- Nonostante una crescita dell’86% in dieci anni, nel 2021 era assicurato poco meno di un quarto (8,9 mld. di euro) del valore totale della produzione del settore primario e appena il 10,5% delle superfici coltivate, per un totale premi raccolti di 611 milioni di euro
- Le polizze sottoscritte riguardavano prevalentemente le colture e le filiere la cui produzione era destinata soprattutto all’esportazione. Infatti, le coperture assicurative si concentrano sulle uve da vino (32,0%), mele (11%), riso (7,7%) e pomodoro da industria (7,3%)
- L’80% dei valori assicurati a livello nazionale si concentra nelle regioni del Nord. Tuttavia, i valori assicurati da aziende del Mezzogiorno hanno raggiunto nel 2021 una quota del 12% del mercato nazionale, con una crescita dei premi raccolti del 40% nel triennio 2019-2021.
Neanche il 7% delle aziende agricole ha aderito al sistema assicurativo agevolato
Solo 74.200 delle aziende agricole presenti in Italia (1,1 milioni) avevano aderito nel 2021 al sistema assicurativo agevolato istituito dal decreto legislativo 102/2004 con il Fondo di Solidarietà Nazionale proprio per incentivare il ricorso a misure di protezione contro eventi calamitosi. Ricorda Signorini che il decreto prevede interventi compensativi ex post, finalizzati alla ripresa economica e produttiva delle imprese agricole che hanno subito danni a produzioni, strutture e impianti, promuove l’utilizzo di strumenti ex ante di prevenzione e gestione attiva dei rischi, finanziati con le risorse del Fondo di Solidarietà e tra questi le polizze agricole agevolate, sulle quali è previsto un contributo pubblico fino al 70% del premio purché il contratto assicurativo preveda un rimborso per danni superiori al 20% della produzione media annua e la copertura assicurativa rispetti le condizioni fissate dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura (PGRA) emanato annualmente dal Ministro dell’Agricoltura.
Per ulteriori considerazioni sul ruolo delle polizze agevolate nell’ambito della nuova politica di gestione del rischio in agricoltura, si rimanda alle pagg. 6 e 7 dell’intervento del Segretario Generale IVASS Luigi Signorini.
Perché questo gap nelle coperture?
Secondo Signorini, la sottoassicurazione registrata dipende dalle ridotte dimensioni della stragrande maggioranza delle imprese agricole, dalle complessità burocratiche per accedere ai contributi, dal progressivo aumento dei costi di sottoscrizione delle polizze, determinato dal combinato disposto tra ridotta base assicurata – connotata da evidenti rischi di selezione avversa, sottolinea l’IVASS – e l’intensificarsi dei fenomeni climatici estremi e catastrofali (vedi dati ANIA Ramo Grandine 2012-2022).
